Milzano, Susy uccisa a coltellate: "Marito a processo"

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo che accoltellò la mogliedavanti alla primogenita

Susy Mailat

Susy Mailat

Milzano (Brescia), 8 gennaio 2021 - Ha ucciso la moglie davanti alla figlia primogenita. Nelle scorse ore la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Gianluca Lupi, quarantunenne di Milzano imputato dell’omicidio di Zsuzsanna Mailat, 39 anni, romena. L’uomo lo scorso 8 maggio le ha sferrato quattro coltellate e il delitto di cui risponde è aggravato dal vincolo coniugale con la vittima, dai motivi abietti e futili e dalla commissione dello stesso in presenza appunto della figlia minorenne. Il pm Carlo Pappalardo ha mandato gli atti al gip per la fissazione dell’udienza preliminare.

Casalinga lei, rappresentante di surgelati lui, i coniugi stavano insieme da sedici anni e avevano tre figli: Carolina, 15 anni, Emily, otto, ed Ettore, di tre, affetto da disabilità. Stando alla ricostruzione accusatoria, il movente affonderebbe nell’incapacità dell’imputato di accettare la separazione voluta dalla compagna, che avversava in ogni modo, e nella gelosia per un presunto rivale. Lupi infatti era convinto che dietro la determinazione della consorte di andarsene in un’altra casa, portando con sé i figli, vi fosse un’altra relazione.

Era un venerdì sera dopo cena quando, nell’abitazione di via Usignolo, è nato l’ennesimo litigio per la solita faccenda: la 39enne aveva già trovato un appartamento in cui traslocare e il marito faceva pressioni perché lei cambiasse idea. La donna insisteva per andare dall’avvocato il giorno seguente, con cui aveva appuntamento per discutere dell’assegno di mantenimento e formalizzare altre questioni pratiche. All’improvviso, mentre Susy sparecchiava e lavava i piatti, i bimbi erano nella vasca da bagno e la primogenita in camera sua, l’uomo ha zittito per sempre la moglie piantandole un grosso coltello da cucina nell’addome e nella gola. Richiamata dalle urla, la figlia quindicenne ha assistito alle fasi finali dell’aggressione sfociata in omicidio. Da lei è partita la prima chiamata al 112.

Il trambusto ha attirato anche l’attenzione di un vicino di casa, il sindaco di Milzano, Massimo Giustiziero, che ha suonato al campanello dell’appartamento confinante. Ad aprirgli è stato il capofamiglia, che attendeva sulla soglia sporco di sangue: «Massimo, ho ucciso Susy», la risposta glaciale. I carabinieri l’hanno prelevato dall’abitazione in manette. «Ho perso la testa durante un brutta lite, non volevo uccidere» la versione resa durante l’interrogatorio. I suoi figli ora sono affidati a tre famiglie diverse.