Una proposta per riportare lo spiedo bresciano in ristoranti e sagre. Ecco cosa prevede

In discussione nella commissione Attività produttive della Regione Lombardia

Un tipico spiedo bresciano: dal 2014 off limits in ristoranti e sagre (Archivio)

Un tipico spiedo bresciano: dal 2014 off limits in ristoranti e sagre (Archivio)

Una proposta di legge su un tema "sensibile", in particolare nelle zone della regione dove è più diffusa la caccia, a partire dalla provincia di Brescia. E che potrebbe portare a una divisione fra un fronte "pro" e uno "contro". E' approdato alla commissione regionale Attività produttive il documento che chiede la "Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano di altri preparati a base di selvaggina”.

Oggi pomeriggio, giovedì 21 aprile, in commissione si è tenuta un'audizione sul tema. I consiglieri regionali hanno ascoltato il presidente della Lombardia Orientale della Fiepet Confesercenti Emilio Zanola, il vice vresidente di Confartigianato Brescia Bruno Bettinsoli, il vice presidente di Fipe Confcommercio Brescia Francesca Portieri, il presidente della Federazione italiana cuochi Carlo Bresciani, i sindaci dei comuni bresciani di Serle (Giovita Sorsoli) e Gussago (Giovanni Coccoli) che hanno ottenuto la certificazione “De.Co.” (Denominazione Comunale) per il loro spiedo.

Cosa dice la proposta di legge

Se l'iter della proposta dovesse andare in porto i cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a privati e ristoranti fino a 150 capi all’anno di selvaggina piccola da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi, nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in materia di tutela e divieto di cessione per fini commerciali di determinate specie di avifauna. Il testo prevede anche un sistema di controlli per garantire la tracciabilità della selvaggina, secondo quanto stabilito dalle normative europee, ai fini di garantire la sicurezza alimentare ai consumatori. Oltre a quelle previste dalle norme statali, il progetto di legge introduce ulteriori sanzioni amministrative da 500 a 1.500 euro in caso di violazioni di quanto previsto dal testo normativo.

Gli obiettivi della legge

L'iniziativa è sostenuta con forza dalla Lega, movimento che ha sempre guardato con attenzione alle istanze dei cacciatori. "Con questo provvedimento andiamo a normare la cessione a titolo gratuito, debitamente monitorata con apposita modulistica, da parte dei cacciatori ai consumatori finali di selvaggina piccola proveniente da attività venatoria consentita - afferma la leghista Silvia Scurati, presidente della commissione - Ciò permetterà di riportare nelle sagre e nei ristoranti lo spiedo bresciano, salvaguardando un elemento dell’identità di vasti territori lombardi". Sulla stessa linea il primo firmatario del progetto di legge Floriano Massardi, altro esponente del Carroccio. "Con questa legge - sostiene - intendiamo valorizzare e preservare questo piatto tipico e altri a base di selvaggina che sono un patrimonio gastronomico, sociale e culturale del nostro territorio".  Il provvedimento proseguirà il suo iter di approvazione in commissione per approdare in aula a maggio. La tradizione dello spiedo bresciano ha subìto un duro colpo nel 2014, quando sono entrate in vigore le modifiche alla legge sulla caccia del 1992: in quell'occasione è stato vietato il commercio di avifauna cacciabile per fini commerciali.