REDAZIONE BRESCIA

Sovraffollamento al carcere Nerio Fischione di Brescia: appello alla cooperazione

Detenuti del carcere di Brescia mettono in scena la vita in cella, evidenziando sovraffollamento e necessità di rieducazione.

Luisa Ravagnani, Garante dei detenuti

Luisa Ravagnani, Garante dei detenuti

Tre metri quadri, quattro brande, un tavolo, un bagno e quattro persone sventurate. Lo hanno ripetuto, come un mantra i detenuti del carcere “Nerio Fischione“ di Brescia, in uno dei tanti momenti toccanti della rappresentazione teatrale messa in scena nella casa circondariale, maglia nera per sovraffollamento con un tasso che per il 2024 è stato sistematicamente attorno al 200%.

In occasione della commissione consigliare del Comune di Brescia per ascoltare la relazione della Garante delle persone private della libertà personale, i detenuti hanno portato sul palco la vita in carcere, l’annichilimento di fronte a strutture vetuste che non danno spazio alla rieducazione nonostante gli sforzi del personale e degli educatori (la stessa rappresentazione, guidata da Giuseppina Turra, è un bell’esempio), il dolore per non poter veder crescere i propri figli ("sei il miglior papà che vorrei", la lettera di una bimba al suo papà recluso al “Nerio Fischione“), nel non poter abbracciare la propria compagna nell’ora dei colloqui per questioni di sicurezza, nel non aver diritto neanche alla telefonata quotidiana.

"Non sono parole di accuse o di offesa – ha spiegato, al termine, Luisa Ravagnani, garante delle persone private della libertà personale per il Comune di Brescia – ma sono parole di speranza". Commossa la sindaca Laura Castelletti, così come consigliere e consiglieri che hanno accolto lo spettacolo con una standing ovation ed un lungo applauso. "Dobbiamo metterci in ascolto della città – ha detto la sindaca – e questo, il carcere, è un luogo della città, tanti lo pensano. Le denunce sono molto forti, sono state dette cose note, ma sentirle dalla viva voce di chi le vive colpisce molto. Un momento intenso che porto a casa, che è la Loggia, la casa della città".

Dai detenuti l’appello è alla cooperazione, perché se il territorio offre opportunità (casa, lavoro) è più facile anche poter applicare pene alternative alla detenzione. Il quadro, tuttavia, non è confortante: nel 2024 si è registrato un aumento dei detenuti, in strutture già storicamente sovraffollate. "Se nelle politiche nazionali – ha aggiunto l’assessore ai Servizi sociali, Marco Fenaroli parlando del decreto sicurezza – prevale il carcere come strumento di regolazione dei conflitti sociali, le cose non andranno meglio".