
Le schede formato pergamena raccontano le storie dei soldati
Praga. Boito. Sperlari. Wuhrer. Cavallotti. Daverio. Nomi celebri nei famedi della letteratura, della musica, della politica. O resi celebri dai discendenti. Milanesi di nascita o di adozione. Lombardi. Pareva una missione impossibile, ma è stata compiuta in tre anni, con due anni di anticipo: sono stati raccolti i 638.861 nomi (con le successive integrazioni e revisioni supereranno i 640mila) di tutti coloro che combatterono nel Risorgimento, dal 1848 al 1870, dalla prima guerra d’indipendenza alla breccia di Porta Pia. Raccolti e digitalizzati con luogo di nascita, paternità, Corpo di appartenenza, numero di matricola, anno della campagna di guerra, per ognuno una scheda in forma di pergamena. È il Progetto Torelli, dal nome di Luigi, fondatore della Società Solferino e San Martino, nata sui luoghi dove, il 24 giugno 1859, vennero combattute, in contemporanea, due cruente battaglie tra austriaci e franco-piemontesi. I nomi dei soldati erano stati trascritti fino al 1893 da pazienti scrivani che avevano riempito 137 registri, oggi custoditi nell’Archivio del Museo del Risorgimento di Milano, che ha collaborato al Progetto. Per realizzare un archivio digitale unico in Italia hanno lavorato 280 fra soci, insegnanti, studenti (questi ultimi erano 253).
Hanno partecipato dieci enti e sette Comuni: Desenzano del Garda, Solferino, Castiglione delle Stiviere, Medole, Ponti sul Mincio, Pozzolengo, Sirmione. Emilio Praga, protagonista della Scapigliatura milanese, è volontario garibaldino nel 1866, nella terza e poco gloriosa guerra d’indipendenza, così come il suo amico Arrigo Boito, compositore e librettista di Verdi, e Pietro Wuhrer (figlio di Franz Xaver, fondatore della fabbrica bresciana del birra). Nella stessa guerra Enea Sperlari (Cremona, dolci) veste la divisa del 5° Reggimento Fanteria. Francesco Daverio, avo di Philippe, è tra i protagonisti della Repubblica Romana ne 1849; lo ricorda un busto al Gianicolo. Lunga e intensa la militanza in camicia rossa di Felice Cavallotti, alfiere della Sinistra storica, con Garibaldi nel 1859, ‘60, ‘66. Il database raccoglie ben 216 Garibaldi, fra cui tre lombardi: il cremonese Giuseppe, figlio di papà Giovanni, soldato nel 3° Reggimento Volontari nel 1866, il bergamasco Giacomo di Ambrogio (1860), il pavese Carlo di Giuseppe (25° Reggimento Fanteria, 1860-‘61).
Giuseppe Franchini, nato a Brescia nel 1839, da bambino vorrebbe diventare eremita. Così non è. Maestro e ispettore scolastico, nel 1855 è direttore dell’Ospedale dei Derelitti di Brescia, che accoglie orfani, malati e vagabondi. E’ sui campi di battaglia nelle campagne del 1859, ‘60, ‘61 e ‘66. Fra i soldati che, mattone dopo mattone, contribuiscono alla faticosissima costruzione e dell’Unità, anche Carlo Collodi (pseudonimo di Carlo Lorenzini) ed Edmondo de Amicis. Il creatore di "Pinocchio" ha ventidue anni quando nel 1848, alla scoppio della prima guerra d’indipendenza, si arruola nel battaglione toscano e combatte a Curtatone e Montanara, nel Mantovano. L’autore di "Cuore" vive da ufficiale di fanteria l’infausta giornata di Custoza nel 1866.