
Alcuni manifestanti
Brescia - Sono un migliaio le procedure di sfratto attive presso il Tribunale di Brescia, di cui 150 già convalidate. La proroga del blocco degli sfratti, che sarebbe dovuto scadere il 30 giugno, per ora ha evitato situazioni di tensione sociale, anche se già nelle prossime settimane il clima potrebbe cambiare. Per i provvedimenti adottati tra il 28 febbraio ed il 30 settembre 2020, il blocco è scaduto il 30 settembre, mentre per quelli tra l’1 ottobre 2020 ed il 30 giugno 2021 durerà fino al 31 dicembre prossimo. "Per ora la situazione è sotto controllo – spiega Simone Cardin, segretario provinciale Sunia Cgil – ma ci aspettiamo i primi effetti nel 2022, quando saranno completamente sbloccate le procedure di sfratto". Il Comune ha già iniziato a muoversi per cercare di arginare la potenziale emergenza abitativa: nei giorni scorsi è stato stanziato un ulteriore 1,8 milioni di euro.
«È una maxi-operazione sul fronte della spesa corrente – commenta il sindaco Emilio Del Bono – con cui crediamo di dare un contributo significativo a raffreddare un rischio di conflittualità sociale, visto che la pandemia ha provocato un incremento di disagio e di morosità incolpevole". Il piano presentato dall’assessore alla Casa Alessandro Cantoni prevede sostegno al reddito per nuclei assegnatari di alloggi comunali che sono in situazione di morosità e che si sono impegnati a rientrare dal debito, contributi per i pensionati, nonché risorse ad hoc per il contenimento sfratti. "Con questi fondi si potranno supportare 1700 nuclei – commenta Cantoni – ma la platea potrà ampliarsi con ulteriori bandi".
Un supporto ulteriore dovrebbe arrivare dall’Agenzia per la casa, istituita dal Comune di Brescia su modello di quella di Milano e partita ufficialmente questo mese: servirà a mettere in contatto potenziali inquilini e proprietari che accettino di affittare a canone concordato. Partita con uno stanziamento di 350 mila euro, l’Agenzia vede come capofila del percorso di co-progettazione il Comune di Brescia e coinvolge cooperazione sociale, sindacati di inquilini e associazione dei proprietari. In provincia, la gestione delle situazioni più critiche è invece affidata al tavolino degli sfratti della Prefettura, ma si sta lavorando anche per istituire l’Agenzia provinciale per la casa, sulla falsariga di quella di Brescia. "Resta un punto fermo – conclude Cardin – ovvero la necessità di sbloccare risorse per allocare più alloggi già realizzati dai privati o di proprietà pubblica per fini abitativi. La prova è che, nel 2021, il bando per l’assegnazione di alloggi Aler e dei comuni bresciani ha visto la presentazione di 3118 domande a fronte di 192 alloggi disponibili, di cui 2133 domande solo nel comune di Brescia per 102 alloggi disponibili".