"Servono certezze sull’erogazione dei contributi"

La Provincia è in attesa di circolari esplicative sulla diffusione dei contributi destinati ai rifugiati

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"Una misura immediatamente molto larga, che altrettanto immediatamente finisce". Commenta così l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Marco Fenaroli, che sta seguendo tutta la questione dei profughi (nel capoluogo sono 1400, di cui più della metà minori), il contributo per i rifugiati ucraini da 300 euro per 3 mesi, stabilito dall’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile. "Per capire bene la modalità di erogazione bisogna aspettare le circolari esplicative, anche se sembra che le procedure dovrebbero essere rapide", sottolinea. Il contributo sarà per chi è accolto in famiglia. Per i minori, è previsto un contributo da 150 euro, che sarà erogato a genitori e tutori: questo comporterà un’ulteriore urgenza a nominare i tutori , perché se il minore è arrivato con un adulto di riferimento che non sia il genitore, quest’ultimo non potrà percepire nulla. Non è stata ascoltata, invece, la richiesta portata avanti dall’Associazione dei Comuni (ribadita più volte anche dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono) di erogare dei contributi tramite i Comuni, sulla base di criteri come quelli previsti per gli aiuti Covid.

Da parte sua, la Loggia ha stanziato fino ad ora 80mila euro come supporto organizzativo a Questura e Prefettura nella gestione di accoglienza, 40mila euro come primo fondo per famiglie ucraine o accoglienti, 49mila euro per comprare beni o sostenere progetti di realtà locali. Al vaglio, ora, c’è anche una raccolta di offerte di generi alimentari da consegnare alle famiglie e, se ci sono le condizioni, anche una sottoscrizione come quella fatta a suo tempo per Covid, #aiutiAMOBrescia. La preoccupazione, infatti, è che la permanenza sarà più lunga di 3 mesi e che i bisogni delle famiglie possano crescere nel tempo. Federica Pacella