Senza dipendenti il fatturato scende

Nei settori del turismo e dei servizi un’impresa bresciana su tre ha registrato un calo fino al 19 per cento

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di Federica Pacella

Costretti a lavorare al di sotto delle potenzialità, perché sprovvisti del personale necessario: così, nel commercio, nel turismo e nei servizi, un’impresa bresciana su 3 ha registrato un calo del fatturato fino al 19%. Lo ha rilevato la nuova indagine sull’andamento economico commissionata da Confcommercio Brescia all’istituto di ricerca Format Research.

"Più della metà delle imprese del terziario che hanno avviato azioni di ricerca del personale dal 2021 hanno riscontrato gravi difficoltà nel riuscire ad assumere i profili ricercati – spiega Carlo Massoletti, presidente di Confcommercio -. Le complicazioni nel trovare personale all’altezza stanno causando anche una perdita del fatturato stimato intorno al 19% per il 32% delle imprese che hanno avuto difficoltà". Il caso classico è quello del ristoratore costretto a ridurre i coperti, per l’assenza di personale di sala; ma lo stesso vale per alberghi e negozi.

Altra conseguenza della carenza di lavoratori, è la mancata innovazione dei servizi stessi, che rappresenta una zavorra per lo sviluppo dell’impresa. Ma perché non si trova personale? La ricerca evidenzia che le cause sono da ricercare nella scarsità di candidati con le competenze richieste (62%), nelle mansioni ritenute poco attrattive (26%), nella retribuzione considerata insufficiente (24,8%), negli orari di lavoro valutati come pesanti (19,6%). La crisi del mercato occupazionale va così ad aggiungersi agli altri problemi che gli imprenditori bresciani stanno affrontando in questi mesi, ad iniziare dall’aumento considerevole dei prezzi riguardanti l’energia elettrica, il gas e la logistica, con la previsione di ulteriori incrementi per la conclusione del 2022, a cui si aggiunge anche l’incertezza politica delle ultime settimane. Un’occasione di rilancio a livello economico per l’intera provincia potrebbe essere rappresentata dall’evento di Capitale Italiana della Cultura 2023 ma, al momento, quasi nove attività su dieci non si attendono incrementi significativi nei ricavi. "Il caro-energia – aggiunge Massoletti - sta pesando moltissimo sulle micro e piccole imprese bresciane del terziario, come dimostrano, tra l’altro, i dati in calo (più bassi rispetto alla media nazionale) sulla capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario e, soprattutto, che quasi l’80% delle aziende ha presentato richiesta di credito per esigenze di liquidità e ristrutturazione del debito, piuttosto che per sostenere investimenti". Ma anche su questo, secondo Pierluigi Ascani, fondatore di Format Research, in autunno peserà la nuova stretta del credito.