Turista bresciano rapito in Turchia, la conferma di Conte: "Sandrini è libero"

Il presidente del Consiglio: "Articolata attività dell'intelligence italiana". Ora però Sandrini, indagato in Italia per rapina e ricettazione, potrebbe finire ai domiciliari

Alessandro Sandrini con i suoi sequestratori

Alessandro Sandrini con i suoi sequestratori

Brescia, 22 maggio 2019 - Alessandro Sandrini, rapito al confine tra Siria e Turchia nel 2016, è stato liberato dal 'governo di salvezzà, gruppo antigovernativo della zona di Idlib. Poche ore dopo l'annuncio è arrivata anche la conferma ufficiale del Governo italiano direttamente dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che però smentisce in parte la versione data dai siriani: "Il connazionale Alessandro Sandrini è stato liberato - si legge in una nota della presidenza del Consiglio - al termine di un'articolata attività condotta, in territorio estero, in maniera coordinata e sinergica dall'intelligence italiana, dalla polizia giudiziaria e dall'unità di crisi del Ministero degli esteri"

Prima dell'ufficialità da parte del Governo, era arrivata quella del padre di Sandrini: «Confermo, mio figlio è libero si trova ancora in Siria ma nelle mani dei nostri carabinieri». Aveva detto Gianfranco Sandrini, il padre del ragazzo bresciano scomparso durante un viaggio in Turchia ormai tre anni fa. «Sono felicissimo» aveva detto il genitore «è la fine di un incubo adesso sto andando a Roma, spero di potergli parlare al telefono stanotte».

Ricordiamo che su Alessandro Sandrini in Italia è ricercato per ricettazione e rapina. Nell'ultimo anno il suo nome è comparso due volte tra gli imputati in tribunale a Brescia: in un processo per rapina e ricettazione per aver tentato — insieme alla fidanzata — di vendere a cinesi dei tablet rubati da un fast food a Desenzano del Garda e per una rapina che avrebbe messo a segno prima dell'ottobre 2016. Per lui era stato disposto il carcere. Ora gli inquirenti potrebbero disporre i domiciliari. Prima del rientro a Brescia, comunque, Sandrini sarà sentito dai magistrati di Roma.