Brescia, la sfida con la morte dei ragazzini, per sentirsi "dei duri"

In gruppo in bici o in motorino sulle strade sfiorano le auto per allontanarsi all’ultimo secondo. Chi non sta al gioco viene aggredito

Il planking... in Australia. Consiste nello stendersi (to plank) in contesti pericolosi e

Il planking... in Australia. Consiste nello stendersi (to plank) in contesti pericolosi e

Brescia, 4 giugno 2022 -  Ragazzini , a volte poco più che bambini, che senza neanche rendersene conto mettono a repentaglio la loro stessa vita per il piacere della sfida, del brivido che sconfigge la noia o, semplicemente, per seguire il branco. Succede anche sulle strade lombarde dove alcuni episodi sono diventati fonte di preoccupazione, soprattutto per l’incapacità dei loro protagonisti di capire il pericolo e per il rischio che poi si possa scatenare l’effetto emulazione. Un caso, il più recente, ha avuto come teatro Cortefranca, in Franciacorta. La dinamica è più o meno questa: tre ragazzini in bici percorrono le strade a buona velocità; quando arriva un’auto, due si spostano ai lati, mentre quello che sta al centro punta la macchina schivandola all’ultimo secondo. Qualche giorno fa, una donna se li è ritrovati di fronte, e grazie alla prontezza di riflessi, ha evitato il peggio. Ovviamente si è fatta sentire, suonando il clacson: per tutta risposta, i tre compagni le hanno rivolto imprecazioni e gesti osceni e poi sono scappati, tirando su il cappuccio della felpa per non farsi riconoscere. Nonostante lo spavento, la donna ha avuto la prontezza di inseguirli ed è riuscita a raggiungerli quando i tre si sono infilati in una stradina chiusa. Li ha quindi redarguiti per il loro comportamento e poi ha contattato le famiglie, visto che conosceva gli artefici del gesto.

Si spera che l’intervento dei genitori possa far desistere da analoghi comportamenti, anche se la sensazione è che non si tratti di episodi isolati. A metà maggio, sempre nel Bresciano, un caso di giovani spericolati sulle strade era stato riportato a San Felice del Benaco, segnalato anche alle autorità (ma senza denuncia, solo come monito a vigilare) da Dario Lanzetta.

L’uomo, mentre tornava a casa da Salò, a notte fonda, si era trovato davanti un “branco“ di circa dodici ragazzini in motorino che ostacolavano la strada in ogni modo possibile, esibendosi in azioni pericolose per la loro stessa incolumità (impennate, tentati sorpassi a destra). "Mentre cercavo di sorpassarli facendo i fari mi sono sentito imprecazioni di ogni genere, ma la cosa più assurda è che mi hanno inseguito per circa quattro chilometri, facendo i fari e suonando il clacson per tutto il tempo". L’uomo è stato tentato di condurre il corteo direttamente dai carabinieri, ma visto che la situazione stava degenerando, alla fine si è fermato nell’area di un supermercato. "Sono sceso con la dovuta calma e serietà e mi sono trovato dei “bambini“ che volevano imitare dei bikers facendo i duri, fermando i motorini in mezzo alla strada. Parlando con un tono adulto, gli ho fatto capire che quello che facevano li metteva in pericolo".