REDAZIONE BRESCIA

Chiesto rinvio a giudizio per il prefetto: si interessò per una patente ritirata

L’ipotesi di abuso d’ufficio. Coinvolto un noto imprenditore di Beatrice Raspa

Il figlio dell’imprenditore venne sorpreso a 140 all’ora in tangenziale

Brescia, 11 febbraio 2015 - Un pesante eccesso di velocità, una multa da capogiro con la sospensione della patente, un ricorso (accolto) in prefettura e il coinvolgimento di nomi altisonanti. Guai giudiziari per l’alto rappresentante del governo a Brescia, nei pasticci per una sanzione cancellata. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il prefetto Narcisa Brassesco, sotto inchiesta per abuso d’ufficio. L’udienza preliminare è fissata per il 12 marzo. Davanti al gup per rispondere della medesima contestazione in concorso dovranno presentarsi anche il viceprefetto aggiunto Carmelo Bellissima e altre quattro persone, tra cui un medico, un imprenditore di Lumezzane e il figlio ventenne.

La vicenda, si diceva, ha preso origine da una multa appioppata due anni e mezzo fa per un’infrazione al codice della strada. Siamo nella tarda primavera 2012. Il figlio allora 19enne dell’imprenditore in questione viene pizzicato al volante della sua Golf mentre sfreccia a 140 chilometri orari in città su una strada il cui limite di velocità è però di 70. Risultato: per il giovane automobilista dal piede pesante scatta una megamulta da 500 euro, una decurtazione draconiana dei punti dalla patente e la sospensione del documento di guida per qualche mese. Stando alla ricostruzione accusatoria, il ragazzo tramite il padre si sarebbe mosso per evitare di pagare e dribblare il provvedimento sospensivo. Ed è qui che iniziano i guai. Forte di un rapporto di amicizia l’imprenditore avrebbe chiesto lumi al prefetto – questa la versione degli inquirenti sulla scorta di un’intercettazione telefonica – la quale avrebbe suggerito di presentare ricorso all’ente da lei rappresentato fornendo una giustificazione esimente. Quale? Una ragione della massima serietà e urgenza. Come solo può esserlo una faccenda che riguardi la salute.

In agosto, dunque, ecco arrivare in prefettura un atto a firma del giovane. In allegato c’è un certificato medico “lasciapassare”. Il documento avrebbe attestato che l’automobilista correva a Lumezzane per portare delle medicine alla nonna, in condizioni assai precarie. Di qui l’eccesso di velocità. L’incartamento è stato visionato dal viceprefetto che ha accolto il ricorso e archiviato la sanzione. Per la procura dietro questa storia ci sono una bugia inventata ad hoc e un trattamento di favore. Quale sia la verità ora lo appurerà il giudice.