Più disoccupati, soprattutto donne

La fotografia dell’Istat sulla Lombardia dove 270mila persone sono senza un’occupazione, con forti divergenze di genere

di Federica Pacella

La crescita economica del 2021, per certi versi straordinaria, non è bastata a far decollare il mercato del lavoro, che ha recuperato in parte rispetto al 2020, ma non è tornato ai livelli pre-Covid, con forti divergenze che permangono tra uomini e donne. Lo rileva l’Istat per il 2021: per quanto riguarda i disoccupati (persone tra 15 e 74 anni che cercano lavoro ma non lo trovano), la Lombardia chiude il 2021 con un tasso del 5,9%, in crescita rispetto al 5,2% del 2020 e al 5,2% del 2019.

Nel complesso, si parla di 270mila persone senza lavoro. La disoccupazione maschile è al 5,3%, quella femminile al 6,6%. Covid sembra, però, aver più penalizzato gli uomini: nel 2019, infatti, non lavorava “solo“ il 4,8% degli uomini contro il 6,7% delle donne, mentre nel 2020 si era scesi addirittura a un 4,5% di disoccupazione maschile contro il 6% delle donne.

Tra le diverse province lombarde, nel 2021 è Como quella con il tasso di disoccupazione maggiore (7,5%), mentre quella con meno disoccupati è Bergamo (3,5%). Il maggiore divario di genere lo si riscontra, invece, a Lecco, dove il tasso di disoccupazione tra gli uomini è al 3,9%, tra le donne al 7,6%.

Rispetto all’anno di Covid, invece, calano gli inattivi (persone che non lavorano e non cercano occupazione). Il dato regionale evidenzia un tasso del 29,3%, pari a 1 milione 800mila persone; nel 2020 era del 30,2% (1,9 milioni), mentre nel 2019 era al 27,5% (1,7milioni).

Tra le donne, le inattive sono il 33%, tra gli uomini il 22,3%; percentuali simili nel 2020 mentre rispetto al 2019 si registra un calo per le donne (era al 35%) e un aumento tra gli uomini (20%).

Guardando alle singole province lombarde, quella con la maggiore percentuale di persone scoraggiate, che non cercano lavoro, è Bergamo (32,1%), seguita da Sondrio (31,5%) mentre Brescia, Pavia, Mantova e Lecco restano sopra il 30%. Il maggior divario di genere lo si trova a Brescia: le inattive sono ben il 42%, il 20% gli uomini.

Cosa è accaduto, invece, al tasso di occupazione? In Lombardia, nel 2021, le persone tra 16 e 64 anni occupate sono state il 66,5% (4,3 milioni) in linea con il 66,1% del 2020, ma in leggero calo rispetto al 68,5% del 2019 (pre-Covid). Anche in questo caso, gli uomini fanno la parte del leone: gli occupati sono il 73,4% nel 2021 contro il 59,5% delle donne. Resta forte il divario, anche se rispetto al 2020 si rileva una leggera crescita per le lavoratrici, visto che il tasso di occupazione femminile era il 58,6%; tuttavia, si è ancora sotto il livello pre-Covid: nel 2019 la percentuale era del 60,4%. Rispetto al 2019, pagano pegno pure gli uomini: resta da colmare un gap di 3 punti percentuali per arrivare al 76,1% di tasso di occupazione di due anni fa.

A livello provinciale, Lodi ha il maggior numero di occupati rispetto alla popolazione attiva (68%), seguita da Milano (67,9%) e Monza (67,6%); anche in questo caso, il divario di genere maggiore è a Brescia (occupazione maschile al 76,8%, femminile al 54,2%).