Più di 4mila reati da Codice Rosso Ma troppe violenze non emergono

Tra il 2019 e il 2022 la metà delle denunce presentate alla Procura di Brescia è stata archiviata . Secondo l’Istat nell’ultimo biennio le chiamate dalla Lombardia al 1522 sono cresciute del 59%

di Federica Pacella

Fisica, psicologica, economica, sessuale. Sono i tanti i volti della violenza di genere, che si conferma un’emergenza anche in Lombardia. Secondo i dati Istat elaborati da Openpolis-Con i bambini, nel biennio 2020-2021 le chiamate al numero di emergenza 1522 sono aumentate del 59% rispetto alla media del periodo 2013-2019. Considerando solo il 2021, sono state 1.035 le chiamate da tutta la Lombardia. In crescita anche le violenze sessuali denunciate dalla polizia di Stato all’autorità giudiziaria: 1.053 nel 2021 in Lombardia, secondo l’Istat, di cui 477 nel Milanese, 116 nel Bresciano (la provincia di Brescia ha anche il record di denunce per sfruttamento della prostituzione, 21 sulle 54 lombarde del 2021). Sul lavoro, la consigliera regionale di parità Annamaria Gandolfi registra una decina di casi collettivi di discriminazione: 7 in ambito sanitario, 3 nella grande distribuzione. I dati fotografano solo in parte, però, un fenomeno complesso, caratterizzato da un alto tasso di sommerso.

"Per quanto riguarda la violenza fisica, nella nostra esperienza abbiamo annualmente un’ottantina di donne che finiscono in ospedale come vittime ma rifiutano poi di essere prese in carico da un centro anti-violenza. Tanti casi non emergono", è la testimonianza di Viviana Cassini, presidente di Casa delle donne Brescia, intervenuta al convegno “Noli me tangere“ promosso dall’Università Cattolica nella sede di Brescia. Tra i reati previsti dal Codice rosso, maltrattamenti, stalking e violenza sessuale sono quelli più frequentemente denunciati.

"Tra il 2019 e il 2022 sono state 4.129 le sopravvenienze per i reati del Codice rosso – fa il punto Silvio Bonfigli, procuratore aggiunto della Procura di Brescia – Circa la metà viene archiviata, in linea con la media dei casi totali". Per chi si occupa di violenza sulle donne (Procura, centri anti-violenza, enti locali), tra le urgenze c’è ora quella dei percorsi per i maltrattanti.

Il Codice Rosso subordina infatti la sospensione condizionale della pena alla partecipazione a percorsi di recupero, ma al momento i pochissimi centri che prendono in carico gli uomini maltrattanti non hanno riferimenti normativi, linee guida comuni né finanziamenti strutturali. "Abbiamo il caso emblematico – spiega Gandolfi – del Cerchio degli Uomini, dove vengono inviati 400 uomini l’anno tra Brescia, Bergamo, Mantova. Ma non bastano 10 sedute perché si redimano. Il tema dev’essere preso in carico dal pubblico, in modo strutturato, com’è avvenuto per la ludopatia".