REDAZIONE BRESCIA

Partire dall’infanzia per colmare il divario

Il progetto nato nel Bresciano per tentare di equilibrare le iscrizioni nelle facoltà con materie scentifiche

Partire dall’infanzia per provare a riequilibrare il divario di genere nelle materie Stem nella formazione superiore e, di conseguenza, nella carriera lavorativa. Questa la strategia delineata dal progetto Stem in genere, promosso da Università degli studi di Brescia, col supporto di LOG - Laboratorio Osservatorio sugli studi di Genere e dal CUG - Comitato Unico di Garanzia. "Può sembrare strano che un progetto ideato in Università sia dedicato poi alle scuole di grado inferiore, ma è necessario partire dai bambini e dalle bambine per cercare di colmare il gap di genere nelle materie scientifiche - spiega Mariasole Bannò, coordinatrice del progetto, che durerà due anni –. Il problema non sono le competenze o le capacità, anzi spesso le studentesse performano meglio dei colleghi. Il punto è l’accesso, perché le ragazze non si iscrivono del tutto a determinati corsi di laurea. Noi vogliamo cercare di scardinare questo meccanismo".

Diverse sono le azioni che il progetto intende mettere in campo, in collaborazione con Associazione Chirone, Lyceum, compagnia teatrale La Betulla e bidiBrescia. I più piccoli verranno guidati in brevi percorsi alla scoperta della Scienza attraverso figure che hanno cambiato la storia, mentre per i più grandi si sono pensate rivisitazioni di famosi giochi in scatola, per rendere più interattiva l’esperienza. Ci saranno inoltre attività laboratoriali sia per studenti sia per docenti; oltre a rilevare la presenza di stereotipi di genere rispetto alla vita sociale e lavorativa, si effettueranno esperimenti scientifici e si intraprenderanno percorsi di riflessione su varie tematiche. Per gli adulti, incontri di approfondimento sulla parità di genere. "Come si può notare, il progetto ha un taglio che attinge all’arte – sottolinea Bannò – il punto, infatti, non è andare ad insegnare qualcosa, ma far leva sugli aspetti più emotivi, coinvolgere la persona in quanto essere umano, per far capire che tutti possono fare ciò che vogliono".

Federica Pacella