REDAZIONE BRESCIA

Ozono alle stelle, chiesto lo stop ai condizionatori

Per i ragazzi di Friday for Futur e il movimento Basta Veleni occorre limitarne l’uso a 26 gradi

Puntuale, con le giornate più calde dell’estate bresciana, è arrivato anche l’incremento dell’ozono, il gas che, sopra certi limiti, diventa pericoloso per la salute delle persone più fragili e per l’ambiente. A Brescia mercoledì si è superata la soglia di informazione dei 180 µgm3, arrivando alla quota massima oraria di 181 alla centralina Arpa del Villaggio Sereno. "L’ozono si forma in atmosfera – spiega Guido Lanzani, dirigente unità organizzativa qualità dell’aria di Arpa Lombardia – in presenza di alcune condizioni come il forte irradiamento solare e la scarsa ventilazione, che favoriscono produzione ed accumulo di ozono". Le alte concentrazioni incidono pesantemente sulla qualità dell’aria di Brescia (spesso ai primi posti nelle classifiche nazionali ed internazionali), ma è anche vero che l’ozono è uno degli inquinanti su cui è più difficile intervenire, perché le dinamiche con cui si forma sono tutt’altro che lineari. Se è vero, infatti, che la presenza di inquinanti come ossidi di azoto emessi da traffico veicolare e sorgenti industriali è determinante per incrementare le concentrazioni di azoto, è altrettanto vero che queste devono reagire in determinate condizioni e spesso lo fanno lontano dai luoghi in cui sono stati emessi, tipicamente nella fascia prealpina, dove sono portate dalla brezza di valle. Ciò implica che il blocco del traffico, che funziona per le polveri sottili, non basta per ridurre le concentrazioni di ozono ed anzi, per le dinamiche della su formazione, potrebbe essere addirittura controproducente. "Non ha senso fare interventi di breve termine sul traffico – conclude Lanzani – mentre hanno senso quelli di lungo periodo". I Friday For Future di Brescia ed il tavolo Basta Veleni hanno chiesto all’Amministrazione Comunale di adottare una delibera per mettere un limite di 26°, sotto il quale gli impianti di condizionamento non possono scendere, oltre che il divieto di tenere aperte porte e finestre dei luoghi di lavoro con apparecchiature in funzione e rigorose sanzioni alle autovetture ferme in sosta con motori accesi, per cercare di frenare l’effetto isola di calore. "Semplici suggerimenti – spiega Maurizio Bresciani, per Basta veleni - che chiediamo da tempo: l’ennesima occasione persa".

Federica Pacella