Over55 sulla soglia della povertà Il 13% vive con meno di mille euro

È il reddito netto mensile. E alla fatica di campare si associano autoreclusione e salute problematica

di Federica Pacella

Una generazione che vive in bilico tra un passato faticoso ed un futuro incerto, caratterizzato da fragilità diffuse e aiuti familiari che si riducono. È la fotografia che arriva da “Più fragili dopo la tempesta? In equilibrio fra desideri, fragilità, aiuti“, la più ampia indagine svolta sugli anziani lombardi promossa da Spi Cgil Lombardia, Fnp Cisl Lombardia e Uilp Uil Lombardia che, in collaborazione con Associazione per la Ricerca Sociale di Milano, sono promotori dell’Osservatorio regionale sulla Terza età. L’indagine ha considerato come campione gli over 55 che, in base ai dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2022, in Lombardia sono circa 3,8 milioni. La fascia tra i 55 e gli 85 anni rappresenta il 34% della popolazione regionale, mentre quella tra i 55 e i 64 è composta da circa un milione e mezzo di persone, il 15% della popolazione totale.

Dall’indagine, che ha coinvolto 1.211 persone fra tutte le province lombarde, emerge la presenza non marginale di una popolazione povera o relativamente povera, con un reddito familiare netto inferiore a mille euro al mese. Parliamo del 13% degli intervistati over 55 (il 7% vive da solo). Proiettati sulla popolazione lombarda, sono 488mila persone: circa 59mila nel Bresciano, 53mila nella Bergamasca, quasi 30mila nella provincia di Como, 17mila nel Lecchese e 9.300 nella provincia di Sondrio.

Alla condizione di povertà, si associa spesso anche un basso livello di accesso ai servizi pubblici, anche se è soprattutto la dimensione della solitudine a incidere negativamente sulle condizioni di vita. Un terzo vive infatti da solo e, anche se tre quarti degli anziani esce di casa tutti i giorni, chi vive autorecluso in casa tra gli over 75 tocca il 14%, cioè oltre 100mila anziani confinati, con bisogno di un aiuto continuo. Sul fronte dell’autosufficienza, ben il 20% dichiara uno stato di salute problematico o molto problematico, con punte tra i grandi anziani, tra chi vive solo e tra i meno istruiti.

Chi vive senza una rete di supporto ha più facilmente uno stato di salute critico, soprattutto se over 75: il 18%, cioè 160mila anziani. Se fino a 7 anni fa metà degli anziani lombardi riteneva che le attività di cura dovessero restare in capo alla famiglia, oggi quasi il 25% degli intervistati ritiene che sia l’ente pubblico a doverli aiutare. Si è dunque entrati in un nuovo paradigma culturale, per cui c’è una maggiore aspettativa di sostegno da parte delle istituzioni pubbliche, soprattutto dopo che il Covid ha reso evidente le difficoltà di accesso a sanità di prossimità e servizi.