Tragedia a Ome, uccide la moglie e poi si ammazza

Prima presa a coltellate e poi massacrata a colpi di bottiglia

I carabinieri sul luogo della tragedia (Fotolive)

I carabinieri sul luogo della tragedia (Fotolive)

Ome (Brescia), 5 giugno 2018 - La Franciacorta e una casetta malmessa affacciata su un cortile in centro a Ome, comune bresciano, sono state teatro dell’ennesimo femminicidio-suicidio. La vittima è una donna romena, Sorina Monea, 50 anni, prima presa a coltellate e poi massacrata a colpi di bottiglia. A ucciderla il marito, Florinel Monea, 52 anni, romeno anch’egli, che dopo aver infierito sulla moglie si è ucciso usando le stesse armi e quindi ingerendo un cocktail di farmaci psichiatrici che gli hanno causato un arresto cardiaco. I fatti risalirebbero a domenica, ma sono stati scoperti dal figlio 30enne della coppia ieri alle 16.30, dopo che la madre la mattina non si è presentata al suo lavoro di badante.  Il marito, disoccupato, era tornato in Italia circa un anno fa, dopo avere trascorso un periodo in patria, dove si sarebbe sottoposto a una serie di cure per combattere la depressione. La situazione della coppia era difficile ed i rapporti tra i due coniugi piuttosto tesi. Spesso dalla loro casetta si sentivano provenire urla e i rumori di frequenti litigi. Nessuno, però, ha mai pensato potesse accadere qualcosa di così grave e, soprattutto, nessuna segnalazione è mai arrivata all’ufficio dei servizi sociali del paese.  Quando il figlio è entrato nella loro abitazione, che è piuttosto malmessa e nel suo lato sinistra puntellata e coperta da teli in plastica, li ha trovati nel cucinotto, in un lago di sangue. Resosi conto della situazione, ha immediatamente chiesto aiuto al 112. Oltre ai soccorsi, sono arrivati per le indagini di rito anche i carabinieri del comando provinciale di Brescia e gli esperti del Ris, oltre ai militari della compagnia di Gardone Valtrompia e della stazione di Passirano. Sui corpi è stata disposta l’autopsia, che servirà a determinare le esatte cause delle morti e l’orario in cui la tragedia si è consumata.