Omicidio Manuela Bailo, Pasini le tagliò la gola quando era ancora viva

Le motivazioni della sentenza di condanna a 16 anni contraddicono la versione dell'ex sindacalista

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Brescia, 21 gennaio 2021 - "Lo giuro, non le ho tagliato la gola". Così nel 2018 Fabrizio Pasini affermava dal carcere, rigettando così l'accusa di aver perpetrato una violenza così terribile ai danni dell'amante Manuela Bailo, 35 anni. Le motivazioni della sentenza di condanna a 16 anni per omicidio volontario pronunciata dai giudici della Corte d'Assise d'appello di Brescia proprio nei confronti dell'ex sindacalista della Uil dicono esattamente il contrario. "Risulta provato che Manuela Bailo non morì per effetto del traumatismo patito al capo, ma che le furono inferti uno o due tagli alla gola quando la giovane era ancora in vita" scrivono i giudici.

Ancora viva, dunque. Manuela Bailo, ormai è acclarato, non sarebbe caduta dalle scale dopo un litigio. "Il decesso di Manuela Bailo non è avvenuto nelle circostanze descritte dall'imputato, ma a cagione di una ben diversa condotta da quelli posta in essere e precisamente consistita nel taglio della gola della giovane amante" scrivono i giudici bresciani. Secondo le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna a 16 anni, Fabrizio Pasini sarebbe "un abile manipolatore e consumato mentitore non solo negli accadimenti della sua vita familiare e sentimentale ma anche nei momenti, certamente tragici e tali da mettere in crisi gli equilibri di ognuno, immediatamente successivi al tragico epilogo del suo rapporto con Manuela Bailo. Non può infatti essere dimenticata l'abile operazione di depistaggio lucidamente messa in atto nei giorni immediatamente successivi dall'imputato per ritardare il più possibile la presa d'atto, da parte di familiari e conoscenti, della scomparsa della vittima il conseguente avvio delle ricerche".

Alla base di un gesto così efferato ci sarebbe stato, infatti, secondo i giudici un semplice quanto banale "cambio di programma": l'amante voleva passare con lui la notte, ma questo non andava d'accordo con l'assenza di volontà da parte dell'uomo di consolidare la loro relazione. Uno schema dei più tipici, insomma: uno dei due componenti della coppia prova sentimenti più profondi rispetto all'altro. Solo che solitamente questo non porta a un omicidio. Atto che Fabrizio Pasini secondo i giudici ha commesso. Cremona