FEDERICA PACELLA
Cronaca

Gelato sospeso: "La felicità dei bambini"

Non è il classico “pezzo di pane“, necessario per sopravvivere, né un libro per l’educazione. Nella storia di solidarietà che...

Non è il classico “pezzo di pane“, necessario per sopravvivere, né un libro per l’educazione. Nella storia di solidarietà che...

Non è il classico “pezzo di pane“, necessario per sopravvivere, né un libro per l’educazione. Nella storia di solidarietà che...

Non è il classico “pezzo di pane“, necessario per sopravvivere, né un libro per l’educazione. Nella storia di solidarietà che arriva da Urago Mella il protagonista è un gelato, che tra le mani di un bambino o una bambina diventa qualcosa di più: felicità. A portare alla luce la storia, con grande delicatezza visto il tema e l’età dei protagonisti, ci ha pensato il consiglio di quartiere guidato da Andrea Pasotti, che ha messo in luce l’iniziativa per “Il quartiere che noi bambine/bambini vorremmo“, raccontata in un cartellone esposto fuori dai cancelli della scuola. Tutto parte nella classe prima della primaria Mameli, dove bambini e bambine hanno voluto assicurare un gelato anche a chi è più in difficoltà.

Il progetto è diventato realtà grazie all’accordo con la gelateria locale (con la formula ispirata al classico caffè sospeso napoletano) e grazie alla generosità di molte persone: in poco tempo, si è arrivati a 100 gelati sospesi, a disposizione delle famiglie bisognose individuate da Caritas Zonale Brescia Ovest. Tutte le classi della Mameli hanno poi sposato l’iniziativa, ampliando la generosità con altri beni. "Ma a pensarci il gelato vale molto di più: non è fondamentale – sintetizza il consiglio di quartiere – ma se il bambino che lo mangia sente dentro di sé la pena per chi non può essere felice come lui, perché privato di questo gelato, e si adopera per farglielo avere, allora succede un fatto grande". Del gelato si può fare benissimo a meno, ma se ci sono bambini che pensano che tutti meritano la stessa felicità, allora questo "è un preoccuparsi per il benessere degli altri paragonandoli a sé stessi. È una forma di moderno eroismo. Grazie ragazzi per occuparvi in maniera così saggia e profonda della felicità dell’intero nostro quartiere".

Federica Pacella