REDAZIONE BRESCIA

Nuova bocciatura per la discarica ipotizzata a Rezzato

Inammissibile per il Consiglio di Stato il ricorso della società La Castella. Ma Garda Uno non si arrende

Una nuova bocciatura per la discarica di rifiuti non pericolosi Castella, progetto proposto da Garda Uno, utility gardesana partecipata dai Comuni del Benaco, che sarebbe dovuta sorgere a Rezzato, al confine con Brescia e Castenedolo, al ridosso del Parco delle Cav.

Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso della società La Castella, per la revoca della bocciatura dello stesso Consiglio di Stato, che aveva accolto le ragioni di Comuni e comitati sottolineando che l’impianto sarebbe "localizzato in un contesto territoriale già gravemente pregiudicato a livello ambientale e sottoposto a fattori di rischio e di pressione fortemente impattanti".

Per l’assessore al Bilancio del Comune di Brescia Fabio Capra, promotore storico del Parco delle Cave, "si tratta di un nuovo schiaffo per Garda Uno. La lite è pretestuosa e costosa: sono pronto a chiedere i danni". Quello bocciato è il secondo progetto di discarica, noto come Castella 2, datato 2016. Il primo era stato presentato nel 2011 e prevedeva la realizzazione di un impianto per rifiuti putrescibili, sempre nella stessa area; in quel caso era stata la Regione a dire di no.

La mancata realizzazione anche della seconda iniziativa, sancita ora dall’ultima decisione del Consiglio di Stato, aveva portato la società gardesana a chiedere un maxi risarcimento di 47 milioni al Comune di Rezzato. Chiuso definitivamente il secondo capitolo, ora si attende l’esito del terzo: lo scorso anno, infatti, Garda Uno ha depositato la richiesta per l’autorizzazione alla Castella 3.

F.P.