Si schianta con la tuta alare: muore a 41 anni Ludovico Vanoli. Seconda vittima bresciana in pochi giorni

L’incidente è avvenuto in Val Corpassa, in Veneto. L’uomo era un esperto base jumper: sembra che abbia urtato uno spuntone roccioso. Tre giorni fa la tragedia di Raian Kamel

Secondo tragedia in pochi giorni legata all’utilizzo della tuta alare. Dopo Raian Kamel, il bresciano morto in Val Badia a 36 anni lo scorso 6 agosto, un altro bresciano di 41 anni, Ludovico Vanoli, ha perso la vita dopo essersi schiantato durante un lancio nei pressi del rifugio capanna Trieste a Taibon Agordino, in Val Corpassa, in Veneto. 

Vanoli, originario di Montichiari, era uno dei “padri” del Wakeparadise, un parco acquatico per gli sport con la tavola (come surf e wakeboard) con due sedi a Milano e Brescia. Era un appassionato anche di lancio col paracadute e durante l’inverno era un insegnante di snowboard. Lascia una moglie e due figli piccoli.

Cos’è la tuta alare

Il base jumping con la tuta alare è uno sport estremo in cui una persona si lancia da un’altura indossando una tuta speciale che somiglia a un’ala. Questa tuta permette di planare e volare ad altissima velocità – fino a 200 chilometri all’ora – per lunghi tratti prima di aprire il paracadute per l’atterraggio.

Lo schianto e le ricerche

Il quarantunenne era un esperto della disciplina e del lancio col paracadute. Secondo le informazioni dei soccorritori, Vanoli si è lanciato dal Castello delle Nevere, alle spalle della Moiazza, e doveva atterrare a Capanna Trieste, ma non è mai arrivato. Poco dopo il lancio, infatti, è stato visto cadere.

L’allarme è stato dato intorno alle 11 ed è intervenuti immediatamente l’elicottero del Servizio sanitario di urgenza ed emergenza: si è diretto immediatamente verso la zona volando sopra il rifugio Capanna Trieste. Purtroppo, intorno alle 13.30 la ricerca si è conclusa con il ritrovamento del corpo senza vita dell’uomo. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli uomini del Soccorso alpino, la vittima avrebbe urtato una guglia rocciosa, precipitando.

La squadra sbarcata sul luogo dello schianto, affiancata dal tecnico di elisoccorso e dall’equipe medica, ha constato il decesso e provveduto a ricomporre la salma, poi recuperata con un verricello e trasportata a Capanna Trieste per essere affidata al carro funebre.

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Seconda tragedia in pochi giorni

La dinamica sembra essere molto simile a quella che ha portato alla morte di Raian Kamel: anche lui durante il lancio avrebbe urtato uno spuntone roccioso. Con la tuta alare si può solo perdere quota, non si può risalire, e anche il minimo errore può tramutarsi in tragedia.