Molotov contro centro vaccini a Brescia, i due no vax: "Chiediamo scusa"

Accusati dell’attentato incendiario all’hub vaccinale di via Morelli: poche parole e poi il silenzio

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Brescia - Poche parole e poi il silenzio. "Chiediamo scusa alla cittadinanza, non volevamo fare male a nessuno". Così Paolo Pluda e Nicola Zanardelli, i due amici no vax arrestati sabato scorso per avere lanciato due molotov contro il centro vaccinale di via Morelli, hanno dichiarato a Canton Mombello durante l’interrogatorio di garanzia. Il gip, Alessandra Sabatucci, che ha accolto la ricostruzione del pm Francesco Carlo Milanesi e dell’aggiunto Silvio Bonfigli, contesta l’atto terroristico con ordigni micidiali o esplosivi e il porto illecito di armi da guerra. Gli operai hanno tenuto a scusarsi per quello che a loro dire doveva essere "solo un gesto dimostrativo", ma poi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

«Non siamo terroristi, né volevamo fermare la campagna vaccinale o creare problemi agli anziani – hanno riferito agli avvocati Daniele e Maria Francesca Tropea, che li assistono – Soltanto manifestare contrarietà all’obbligo vaccinale". I legali non hanno chiesto revoche o ammorbidimenti della misura cautelare, ma si sono riservati di ricorrere al Riesame per ottenere una riqualificazione del reato di terrorismo, del quale non sussisterebbero i presupposti. Ossessionati dalla ‘dittatura sanitaria’ da parte delle istituzioni, Pluda e Zanardelli stando all’accusa sono entrati in azione alle 5,57 del 3 aprile scagliando due bottiglie incendiarie contro i tendoni di via Morelli, nell’area adibita a mensa. Solo una è andata a segno, e ha creato uno squarcio di oltre un metro della tensostruttura. Ma poteva andare molto peggio, e finire distrutta la catena del freddo dei vaccini. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso la Dacia Duster di Pluda nei pressi del centro prima e dopo il lancio.

Non solo: i no vax sono stati immortalati mentre riempivano di gasolio le molotov nel piazzale di un distributore di carburante in via Crotte. A missione compiuta, Pluda ha confidato – intercettato – i suoi timori a un’amica: "Cretini che non abbiamo buttato via la bottiglietta usata per bagnare gli stracci...". Il 16 aprile invece, transitando di nuovo in via Morelli: "Signore e signori, è arrivato il circo, freschetto stasera – ha detto in un sms vocale – bisogna proprio accendere una stufa... La pandemia è una fesseria, se non guardi la Tv il Covid non esiste più". Per il gip entrambi devono stare in carcere perché sussiste "un allarmante pericolo di recidiva. La radicalizzazione delle posizioni negazioniste può progredire verso condotte anche più gravi".