Caso Bozzoli, l'esperimento con il maiale nel forno della fonderia di Provaglio

Simulazione di un'ipotetica morte dell'imprenditore, scomparso nel 2015. In protesta le associazioni animaliste. Il Tribunale: "Suino deceduto per cause naturali"

La manifestazione degli animalisti contro la decisione del Tribunale di Brescia

La manifestazione degli animalisti contro la decisione del Tribunale di Brescia

Brescia, 27 aprile 2022 - Il caso Mario Bozzoli potrebbe arrivare ad una svolta grazie "all'esperimento del maiale" voluto dalla Corte d'Assise di Brescia, presieduta dal giudice Roberto Spanò, e che si è tenuto oggi pomeriggio. 

Stando alle prime informazioni che arrivano dalla fonderia Gonzini di Provaglio d'Iseo, dove è stato effettuato l'esperimento giudiziario, il forno non è scoppiato e non c'è stata puzza nel momento in cui è stato inserito il maiale morto. L’animale è stato calato nel bagno di metallo fuso alle 15.10 dal proprietario della fonderia. A distanza di un quarto d’ora, non era visibile all’esterno dei capannoni alcuna fumata. "Si sente un odore di fumo e di grigliata", ha spiegato poco dopo l’ex procuratore Marco Martani. Per gli avvocati di Giacomo Bozzoli, che erano presenti insieme al loro assistito, "si avverte un forte odore di peli bruciati".

L'esperimento arriva dopo anni di ricerche e deduzioni da parte degli inquirenti. Il corpo di Bozzoli infatti non è stato mai ritrovato: da qui, l'ipotesi degli inquirenti che il corpo sia stato bruciato in uno dei due crogioli della fonderia di cui era proprietario. Per il momento, l'unico imputato nel processo è il nipote Giacomo Bozzoli, accusato di aver ucciso lo zio e di aver occultato il cadavere. L'uomo si è sempre professato innocente e ha sostenuto di aver creduto che lo zio fosse andato via per motivi sentimentali. A complicare le indagini è stato il ritrovamento del corpo dell'operaio Beppe Ghirardini il cui cadavere è stato trovato nei boschi di Ponte Legno. L'uomo era stata una delle ultime persone ad aver visto ancora in vita l'imprenditore Bozzoli.

Dopo le proteste delle associazioni animaliste, prima fra tutte la Lega anti vivisezione, il presidente del tribunale Vittorio Masia aveva inviato una nota in cui aveva chiarito le modalità dell'esperimento: "Il maiale sarà selezionato tra quelli già deceduti per morte naturale, prelevati quotidianamente dagli allevamenti da ditte specializzate e conferiti all'Istituto zooprofilattico di Brescia per le analisi e il successivo smaltimento". Nonostante ciò, fuori dalla fonderia erano presenti una ventina di animalisti con alcuni striscioni: "Non c'è pace senza giustizia, anche per gli animali. Una giustizia insanguinata è un crimine. Giù le mani dagli animali" firmato dal fronte animalista. "Quando volete voi gli animali e gli uomini sono uguali. Vergognatevi" è stato gridato dagli animalisti.