Le piogge portano un po’ di sollievo ai campi

Brescia, per la prima volta l’afflusso nei laghi lombardi (tranne il Garda) è stato superiore rispetto al deflusso. Ma è presto per gioire

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di Federica Pacella

Sono ore di palpitazione per il mondo dell’agricoltura bresciana, in attesa di capire che benefici possano aver portato le piogge delle ultime ore, ma anche se saranno richiesti ulteriori tagli alle irrigazioni per portare più acqua dai laghi al Po.

Nel pomeriggio di ieri, per la prima volta da settimane a questa parte, l’afflusso nei laghi bresciani (e lombardi in generale) era maggiore del deflusso, ad accezione del Garda, che riceve meno di 20 m3s dal Sarca e ne eroga 70, con un tasso di riempimento sceso al 53,6%.

"Il lago d’Iseo ieri mattina era a 8 cm sopra il livello idrometrico, nell’aggiornamento delle 15 era a 8,9 – spiega Diego Balduzzi, agronomo del consorzio di bonifica Oglio Mella – vero è che le derivazioni sono al 50%, come ormai in tutto il territorio". Più che alla pioggia, l’aumento di afflusso nei laghi è però imputabile soprattutto ai rilasci dei bacini idroelettrici, l’unica soluzione che fino ad ora sia stata realmente efficace. La situazione più preoccupante è quella legata al Chiese, perché se non arriverà il decreto del Mite per la deroga al rilascio di un ulteriore metro dell’Eridio (soluzione a cui si oppongono i sindaci del lago), dal 30 giugno il consorzio di bonifica non avrà più acqua da rilasciare, con importanti ripercussioni anche sul fronte igienico e sanitario, in un fiume, il Chiese appunto, dove nel 2018 la secca aveva fatto da incubatore per la legionella.

A Brescia, la convivenza con i canali in secca sta già diventando difficile: in via Monte Suello i miasmi dal canale Garza senz’acqua hanno scatenato le proteste dei residenti; risolutivo l’intervento del consorzio Oglio Mella (seppure la competenza sarebbe di Aipo) che, per spirito di solidarietà, è intervenuto immettendo acqua di colo. Ma gli occhi sono puntati ora sulla riunione dell’Osservatorio dell’Autorità di bacino distrettuale del Po, prevista per oggi, da cui potrebbe arrivare la richiesta di ridurre ulteriormente le irrigazioni, dopo la ‘sforbiciata’ del 20% di 10 giorni fa, per cercare di salvare il grande fiume, aumentando così la quota di acqua trasportata dagli affluenti.

Domani, invece, ci sarà il tavolo regionale per l’uso in agricoltura delle risorse idriche convocato per giovedì dalla Presidenza della Regione Lombardia, a seguito del quale si riunirà anche la Giunta tecnica del consorzio Oglio, rimandato da ieri a giovedì. Due appuntamenti importanti, ma certamente non risolutivi. Nella migliore delle ipotesi, se anche arrivasse la deroga per l’Eridio e se non fossero chieste ulteriori riduzioni agli agricoltori, l’acqua dai laghi d’Idro e Iseo basterebbe al massimo per arrivare ai primi 10 giorni di luglio, appena sufficiente per il raccolto della metà della prima semina.