Cambiamenti climatici, turismo, globalizzazione: così le malattie tropicali neglette si sono diffuse anche in Italia, tanto da diventare endemiche, in alcuni casi, anche alle nostre latitudini. "Dobbiamo essere pronti, perché sarà costante avere epidemie di Dengue e Chikungunya". Il monito arriva da Federico Gobbi, professore associato di malattie infettive all’Università di Brescia, nonché direttore del dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). A queste malattie è dedicata anche una giornata internazionale, il 30 gennaio. "È importante focalizzare l’attenzione sulla Dengue e sulla Chikungunya – spiega Gobbi - in quanto in Italia è presente il ‘vettore’, la zanzara tigre (Aedes albopictus) che può acquisire questi virus pungendo viaggiatori infetti, di ritorno da Paesi endemici, e trasmettere l’infezione. Nascono così le epidemia autoctone. Nel 2020 in Veneto, in provincia di Vicenza, si è verificata la prima epidemia autoctona di Dengue in Italia con 11 casi e nel 2023 si sono registrati tre differenti cluster indipendenti tra loro, di cui uno in Lombardia nella provincia di Lodi". Poiché nella maggior parte degli individui la Dengue è asintomatica o molto lieve, molti casi passano inosservati e si può quindi ipotizzare che l’incidenza sia molto più alta di quanto non emerga dalle statistiche di sorveglianza. Questo è un po’ la caratteristica delle malattie neglette, 21 in totale secondo la classificazione dell’Oms, di cui 12 sono presenti ormai anche sul nostro territorio. "Sono definite neglette perché sono trascurate, ignorate dalla grande ricerca farmaceutica, perché interessano paesi poveri, tanto che si dovrebbe parlare piuttosto di persone neglette", ricorda Gobbi. I cambiamenti climatici, la globalizzazione, i grandi flussi turistici internazionali hanno rimescolato le carte, portando alla diffusione di virus e parassiti causa di buona parte di queste patologie (l’elenco comprende, ad esempio, malattia di Chagas, la Dengue, la lebbra, la rabbia, la filariosi linfatica, l’oncocercosi, le echinococcosi, la schistosomiasi, la scabbia e la leishmaniosi, la noma).
"La diffusione delle ‘neglette’ è sottostimata e in continua crescita, non solo a livello globale, ma anche da noi – conclude Gobbi -. L’Italia è un osservato speciale, complice il cambiamento climatico che ha determinato la diffusione della zanzara tigre su tutto il territorio nazionale". Secondo Adriano Casulli, dell’Istituto superiore di sanità, "nonostante siano malattie spesso non mortali, si stima che quasi una persona su 6 sia infetta e spesso le cause sono migrazioni umane, viaggi internazionali, commercio di animali e cibo, guerre, che possono estendere le aree di presenza degli agenti patogeni". F.P.