MILLA PRANDELLI
Cronaca

Nel lago d’Iseo tornano le trote. Adesso si aspettano i coregoni

Il lavoro di semina svolto negli ultimi anni sta dando i frutti sperati

Nel lago è attivo da diverso tempo un progetto di reintroduzione di alcune specie ittiche

Monte Isola, 8 agosto 2016 - Con le stagioni cambiano anche le tipologia di pesca sul Sebino. Quest’estate, sia a causa delle mancate semine e introduzioni di avannotti degli ultimi anni, sia per l’acqua inusualmente alta a causa delle piogge, nel lago d’Iseo si pescano sempre meno coregoni. Un tempo era tra i pesci presenti in quantità più abbondanti nel secondo specchio d’acqua del Bresciano. «Sono pescatore di professione ormai da diversi anni - spiega Andrea Soardi, di Carzano di Monte Isola -, non avevo mai visto così pochi coregoni. Stimo che siano calati almeno del 20%. Se un tempo riuscivo tranquillamente a pescarne circa 80 chili al giorno, ora trovarsene 50 chili nelle reti è un lusso. I pesci che attualmente ci sono sono nati dalla riproduzione nel lago e sono molto spesso troppo piccoli per essere pescati. Noi pescatori contiamo tantissimo sul nuovo incubatoio di Clusane, anche se ci vorrà qualche anno prima di tornare a regime».

Nelle azzurre acque dell’Iseo sono invece numerosi gli agoni. Non manca qualche pregiato salmerino e nel basso lago proliferano le anguille e le tinche di grande pezzatura. «Da qualche tempo, inoltre - spiega Soardi - siamo tornati a pescare le trote: fario e lacustri. Ultimamente ne ho preso un esemplare da ben cinque chili». Questo è dovuto al decennale lavoro di semina nel fiume Oglio a monte del lago. Da almeno dieci anni la Provincia di Brescia si dà da fare in questo senso. Cinque anni fa è stato attivato un progetto specifico gestito all’incubatoio di Vezza d’Oglio dall’associazione European Union of Fly Fish che ogni anno immette migliaia di pescetti nel fiume Oglio. Molti di loro negli anni sono arrivati al lago. «Prosegue con successo il programma di reintroduzione della trota fario mediterranea e della trota marmorata nelle acque dell’Alta e media Vallecamonica - spiega il presidente del sodalizio Germano Bana -. Anche quest’anno l’incubatoio di Vezza d’Oglio ha prodotto oltre 110mila trotelle di cui 30mila marmorate e altre 80mila trotelle del ceppo trota fario mediterranea. Le marmorate sono state immesse nell’Oglio in Bassa Valle, le altre nell’Oglio e nei torrenti della parte alta della Valcamonica dai pescatori, dalle Associazioni di pesca locali e dalle guardie volontarie dell’Associazione nazionale Libera Pesca e dell’Euff. «Quello che stiamo portando avanti è un progetto - afferma il presidente - condiviso con gli uffici pesca della Provincia di Brescia e Regione Lombardia, che ha come obiettivo la reintroduzione nei torrenti di un ceppo locale e pregiato». Tornate le trote, ora sul lago si attendono i coregoni e l’entrata in funzione della nuova struttura realizzata in via degli Orti a Clusane d’Iseo con l’indispensabile aiuto della Regione Lombardia.