DANIELE DE SALVO
Cronaca

La guerra dei rifiuti. Maxi-inceneritore. Doppio ricorso al Tar dei sindaci lecchesi

Al confine con la Bergamasca si bruciano fino a 110mila tonnellate. Merate, Paderno e i Comuni vicini: dimostrateci che non è dannoso. .

La guerra dei rifiuti. Maxi-inceneritore. Doppio ricorso al Tar dei sindaci lecchesi

MERATE (Lecco)

Lo storico cementificio di Calusco d’Adda nell’Isola Bergamasca è diventato anche un forno inceneritore, dove bruciare fino a 110mila tonnellate all’anno di rifiuti non pericolosi e combustibili solidi secondari, più del triplo delle 30mila autorizzate in precedenza. I sindaci di Merate, Paderno d’Adda, Robbiate e Imbersago, i paesi che sono immediatamente dall’altra parte dell’Adda, però non ci stanno. Nonostante le rassicurazioni temono ripercussioni sulla salute dei cittadini che rappresentano. Per questo hanno presentato non uno, ma due ricorsi ai giudici del Tar. A loro si sono uniti pire i colleghi di Solza e di Cornate d’Adda, oltre che i politici della Provincia di Lecco e i vertici del Parco Adda Nord.

Vogliono vederci chiaro, disporre di tutti i documenti e dei dati che i ricercatori dell’Università di Tor Vergata, su richiesta dei dirigenti di Ats Bergamo, hanno elaborato per svolgere un’indagine epidemiologica in base alla quale, nonostante l’enorme aumento di immondizia bruciata, quanti abitano in zona non correrebbero rischi: nonostante la richiesta non hanno tuttavia ricevuto alcuna risposta, tanto meno quanto sollecitavano, sebbene si tratta di una questione che riguarda la salute pubblica. Da qui la decisione di ricorrere ai magistrati del Tribunale amministrativo regionale. Hanno pure impugnato la scelta de responsabili della Provincia di Bergamo di cassare tutte le loro osservazioni. "Crediamo sia nostro diritto, anzi nostro dovere, disporre di tutti gli elementi per valutare una scelta che ha un impatto pure sui nostri territori, perché siamo noi i responsabili della salute pubbliche – spiega Giampaolo Torchio, sindaco di Paderno d’Adda –. Vorremmo commissionare uno studio epidemiologico indipendente a garanzia e tutela di tutti. Purtroppo, nonostante una giurisprudenza ormai consolidata, ci viene impedito di esercitare le nostre prerogative. Il cementificio di Calusco d’Adda, dal 2016 in mano ai tedeschi di Heidelbergh, è stato costruito nel 1907. La richiesta di poter quasi quadruplicare i rifiuti da incenerire nel termovalorizzatore alto 107 metri, che domina l’intera valle dell’Adda, per alimentare gli impianti industriali, risale al 2024, ma è stata accolto solo l’estate scorsa.