MILLA PRANDELLI
Cronaca

Il turismo della siccità La vecchia dogana riemersa dal lago meta di “esploratori”

Dopo l’Isola dei conigli presa d’assalto grazie al livello basso in molti raggiungono la diga nel parco del Garda per visitare la struttura.

Il turismo della siccità La vecchia dogana riemersa dal lago meta di “esploratori”

di Milla Prandelli

VALVESTINO (Brescia)

La siccità oltre ai problemi per l’agricoltura e per la sicurezza nelle acque dei laghi bresciani, che a causa dei fondali bassi stanno assistendo al formazione di nuove secche, sta creando una serie di fenomeni turistici di massa. Se prima è stata presa d’assedio l’isola di San Biagio, o dei Conigli, raggiungibile tramite una passerella emersa perché il lago è basso, domenica e nei giorni scorsi centinaia di persone hanno raggiunto il lago di Valvestino: una diga che si trova nel parco del Garda Bresciano, sul confine con il trentino. Da qualche settimana, infatti dalle acque della diga, più basse di diversi metri rispetto al livello medio di questa stagione, è riemersa la vecchia dogana austroungarica, che normalmente si trova sommersa. Non solo le persone si fermano a osservarla dai viadotti che corrono attorno al pittoresco lago, ma qualcuno osa scendere fino all’edificio, che è instabile, mettendosi in pericolo. ll lago di Valvestino è un invaso artificiale originato dalla diga di Ponte Cola, costruita nel 1962.

Nelle sue acque, per la maggiore parte dell’anno l’edificio di grande importanza per la storia del bresciano e non solamente, è invisibile. L’antica dogana infatti segnalava il confine dell’impero Austro-Ungarico, che coincideva con la località Lignago, dove fino alla Prima guerra mondiale ogni giorno passavano centinaia di persone e merci. Oggi non dovrebbe andarci nessuno. L’abbassamento dei laghi sta portando le persone ad affrontare escursioni prima non possibili: come quella che dalla località paradiso di Montisola va fino alla spiaggia della frazione Porto. Qui normalmente l’acqua non lascia la possibilità di camminare, rendendo questo lato dell’isola, particolarmente selvaggio, misterioso e sconosciuto. Ora i turisti ci camminano, anche in questo caso con qualche rischio, perché parecchi tratti sono scivolosi. Lo stesso accade in alcune località del fiume Oglio, dove le persone provano ad attraversare senza pensare che potrebbero cadere nell’acqua, che spesso è vorticosa anche se bassa.