Il comitato: il poligono va spostato

I cittadini di Gavardo protestano contro il poligono di tiro Tsn Gavardo per problemi di salute. La questione è finita al Tar di Brescia, ma serve un grosso investimento per risolvere definitivamente il problema. La speranza è che il tema diventi centrale nella campagna elettorale.

Il comitato: il poligono va spostato

Il comitato: il poligono va spostato

Una "insostenibile convivenza". Così i cittadini, circa un centinaio, riuniti nel comitato ‘Cittadini sotto la Paina’ di Gavardo, definiscono la vicinanza con il poligono di tiro Tsn Gavardo, in una lettera aperta ai giornali, con cui lanciano un appello ai due candidati sindaco a spiegare esattamente cosa intendono fare. "Vorremmo spiegare – si legge nella lettera – che non si tratta di semplice ‘fastidio’, come qualcuno vuole classificare la motivazione alla base della nostra protesta, ma un serio problema di salute, come certificano i numerosi studi in merito alle ricadute psicofisiche dell’esposizione a rumori elevati per lunghi periodi, come ormai succede a noi da diversi anni". La vicenda è già finita al Tar di Brescia, che ha dato ragione ai residenti, ma per risolvere definitivamente il problema servirebbe un grosso investimento (che a livello nazionale non è ritenuto prioritario) per realizzare altrove la struttura: dal 1984 il piano regolatore prevede uno spazio, nella frazione di Soprazzocco, ora a disposizione del Comune. "La posizione del poligono di tiro è ormai anacronistica, al limite del centro storico, circondato da case edificate da decenni". Negli anni sono aumentati i frequentatori, e quindi gli spari di armi di vario calibro "tutta la settimana, compresi i giorni festivi". Il Comitato spiega che avrebbe preferito non doversi rivolgere al Tar contro il Comune, che ha così dovuto spendere soldi per opporsi ai ricorsi. "Ora come cittadini non sappiamo più cosa fare, siamo stati pazienti, abbiamo sperato in una soluzione di buon senso, ma se anche a fronte di due sentenze nulla si muove, cosa altro possiamo fare? Ci stiamo pensando". La speranza è che, dopo la lettera, il tema possa essere argomento di campagna elettorale, trattandosi di un problema di salute pubblica, e tradursi poi in azioni concrete per arrivare ad una soluzione.

F.P.