FEDERICA PACELLA
Cronaca

I disturbi alimentari "Anoressia e bulimia adesso colpiscono prima dei 12 anni"

La neuropsichiatra: le sollecitazioni che la società rivolge ai ragazzi riducono il tempo dell’infanzia anticipando problematiche come il conflitto con le famiglie, le crisi esistenziali e d’identità.

di Federica Pacella

Esordio sempre più precoce per i disturbi del comportamento alimentare. In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla che ricorre oggi, la Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) evidenzia come questo problema di salute pubblica sia in aumento e come l’esordio sia appunto sempre più precoce, in particolare tra le ragazze nella fascia tra i 12 e i 17 anni. Il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità sui Centri del Ssn dedicati ai disturbi del comportamento alimentare rileva che il 90% degli utenti è femmina, il 59% dei casi ha tra i 13 e 25 anni, il 6% meno di 12 anni. Rispetto alle diagnosi più frequenti, l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.

"Quello dei disturbi del comportamento alimentare è un mondo complesso – dichiara la professoressa Elisa Fazzi, Presidente Sinpia e direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza Asst Spedali Civili e Università di Brescia – che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente, sullo sviluppo in genere. L’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore".

Come si spiega questo abbassamento dell’età? "Per molti aspetti della medicina c’è stato un anticipo della pubertà – sottolinea Fazzi – Incidono molto le sollecitazioni che la società rivolge ai nostri ragazzi, riducendo il tempo dell’infanzia. Questo porta a un anticipo delle problematiche che sono il conflitto con la famiglia, le crisi esistenziali, la ricerca della propria identità. Così anche bambine di 11, 12 anni possano avere problematiche legate al comportamento alimentare".

Va ricordato, infatti, che a monte di patologie come l’anoressia ci sono problemi che riguardano la mente, l’anima e il corpo piuttosato che il cibo in sé. "Il nucleo è la sofferenza interiore – sottolinea Fazzi – legata al bisogno di essere visti, a una mancanza d’amore percepita. Sicuramente poi la solitudine vissuta in pandemia ha portato a esacerbare fragilità preesistenti". Secondo l’Osservatorio Aba e l’Istat l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia ma, da quanto rilevato dal ministero della Salute, l’incidenza è aumentata del 30% per effetto della pandemia, con un picco soprattutto tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al pre-Covid.