
I numeri della denatalità sono ben noti agli uffici dei servizi scolastici del Comune di Brescia, che da anni assistono a un costante calo di iscritti alle scuole dell’infanzia, diventati circa mille in meno in dieci anni. La distribuzione è pressoché omogenea sul territorio, come illustrato ieri in commissione consigliare Istruzione dall’assessore competente, Fabio Capra. In alcune zone, il calo di bambini sta costringendo a un ripensamento della distribuzione dei servizi. Un esempio, le scuole d’infanzia comunali Sant’Eustachio e Valotti, dove non sono state raccolte nuove iscrizioni.
"Sono già due o tre anni che c’è questo trend, non si riesce a comporre neanche una sezione – spiega Capra – Quest’anno e il prossimo funzionano per i bambini già frequentanti". Per ora non si parla di chiusure, ma è chiaro che se le iscrizioni continueranno a non essere sufficienti per formare almeno una classe, bisognerà pensare a come riutilizzare gli edifici che oggi ospitano le scuole, in base all’esigenza dei quartieri che le ospitano. "Non sarebbe lasciato comunque scoperto il territorio, perché ci sono altri istituti", ricorda Capra. In compenso, si è iniziato a ragionare su una nuova redistribuzione delle risorse tra infanzia e nidi.
Un primo esperimento è stato fatto proprio nel quartiere Sant’Eustachio, dove è stata aperta una sezione primavera nella materna statale Piaget, più rispondente alle esigenze del quartiere. La domanda di servizi per i bambini tra 0 e 3 anni, del resto, è in costante aumento da parte delle famiglie. Quest’anno la Loggia ha stanziato 300mila euro per convenzionare 24 posti aggiuntivi in 3 nidi privati, così che le famiglie possano accedervi a prezzi più moderati. Sui nidi, l’obiettivo del Comune è raggiungere un’offerta che copra il 33% dei possibili beneficiari da 0 a 3 anni, a fronte della percentuale attuale del 30%.
F.P.