Dopo i veleni, ecco il parco Nel nome di Annalisa

Si è conclusa la bonifica dell’area di via Parenzo inquinata dalla Caffaro. Sarà intitolata alla quattordicenne Durante, giovane vittima della camorra

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di Federica Pacella

Sarà intitolato ad Annalisa Durante, 14enne vittima della camorra, il parco di via Parenzo, bonificato dai veleni della Caffaro. Dopo la conclusione dei lavori al Parenzo Sud-Ovest, area rimasta a lungo inaccessibile (era tra i parchi rossi), ora si è conclusa la bonifica del contiguo Parenzo Sud-Est, oggetto di ordinanza sindacale dal 2003, dopo che si scoprì che, attraverso le rogge, i veleni della Caffaro erano fuoriusciti dal sito industriale e si erano diffusi nei quartieri e Comuni limitrofi.

Questa porzione di parco, in particolare, non è mai stata chiusa, ma era tra i “parchi gialli“, ovvero quelli dove è possibile l’accesso alle aree verdi, purché inerbite, per evitare il contatto diretto con la terra.

"I lavori di bonifica hanno riguardato 6.800 mq – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli – per un importo di 1,2 milioni, coperti dal Comune". Il prossimo anno, con i lavori al parco Livorno (5 milioni, finanziati dal Pnrr) e con l’intervento in via Fura, si concluderà il puzzle delle bonifiche nei parchi pubblici di Chiesanuova.

Sono in fase di conclusione anche i lavori al Parenzo Nord e Palermo, che proprio nelle ultime settimane sono stati oggetto di polemiche, con uno strascico anche ieri mattina in consiglio comunale. Durante i lavori di escavazione, infatti, era stato rinvenuto dell’amianto in alcune maglie. La ditta appaltatrice aveva vagliato i cumuli scavati per rimuoverlo e smaltirlo separatamente in un capannone provvisorio. Il terreno, privo di amianto e coperto da un telone, era rimasto in giacenza in attesa dell’esito delle analisi che ne consentisse il conferimento in un sito idoneo, ma il forte vento, il 29 maggio, aveva lasciato scoperto il cumulo di terra per diverse ore, alimentando la preoccupazione dei residenti.

Gli esiti delle analisi hanno poi evidenziato anche l’assenza di diossine oltre il limite, per cui, il 28 giugno, è arrivato il via libera allo smaltimento in discarica del terreno.

Tuttavia sulla vicenda del cumulo scoperto, Europa Verde Brescia ha presentato un esposto a Prefettura e Mite, oltre che un’interrogazione parlamentare. Ieri mattina, in consiglio comunale, un’interrogazione ha riacceso la polemica. "L’assessore ci porti i dati che nei dintorni non ci sono Pcb e amianto", ha incalzato il consigliere della Lega Michele Maggi.