
di Beatrice Raspa
Continua la tensione a Canton Mombello, il fatiscente istituto penitenziario cronicamente sovraffollato con fama di essere un girone infernale, sempre più spesso teatro di disordini e sommosse. È successo di nuovo: ieri un detenuto in protesta ha appiccato il fuoco a dei materassi, generando il caos. La concitazione ha imposto un rapido intervento della polizia penitenziaria e due poliziotti, durante le operazioni di spegnimento del fuoco, sono rimasti lievemente feriti e sono dovuti ricorrere alle cure del prontosoccorso.
I problemi, più volte denunciati, sono sempre gli stessi.
"Abbiamo nuovamente sollecitato alla direzione e al provveditore regionale dell’amministrazione carceraria l’adeguamento del numero di poliziotti rispetto alla particolare realtà di Canton Mombello e l’incremento di organico assegnato alle unità operative detentive – ha fatto sapere Gianpiero D’Addato della segreteria provinciale della Fns Cisl –. È una questione di sicurezza, che dev’essere prioritaria perché le tensioni nel carcere da tempo ormai hanno superato il livello di guardia. Anche nei giorni scorsi un altro diverbio tra detenuti, causato da motivi futili, è degenerato e uno dei contendenti ha dato fuoco al materasso della camera detentiva. Abbiamo bisogno di risposte urgenti e concrete".
Solo il 14 febbraio del resto cinquanta reclusi hanno messo a soqquadro l’intera sezione aperta della casa circondariale incendiando materassi, distruggendo telecamere e persino improvvisando un tentativo di evasione, non riuscito solo grazie al tempestivo e massiccio intervento di tutti gli agenti in contemporanea. La rivolta per i sindacati era ampiamente prevedibile essendo la vecchia struttura di via Spalti San Marco un ricettacolo di criticità irrisolte, sia per il personale che vi lavora, sia per quanti vi si trovano in custodia cautelare.
Sull’ultimo episodio ha preso posizione la Lega Nord per voce dell’onorevole Simona Bordonali e della responsabile del dipartimento sicurezza della Lega di Brescia Michela Fantoni, le quali hanno chiesto l’estensione della dotazione del taser previsto per altri corpi delle forze dell’ordine agli addetti del carcere.
"La penitenziaria è sotto organico e nonostante questo svolge un lavoro straordinario, spesso non adeguatamente considerato. Dobbiamo fare di tutto perché gli agenti siano tutelati, nell’interesse di tutti – hanno dichiarato Bordonali e Fantoni –. Il taser è un’arma non letale a impulsi elettrici, di difesa e non di offesa, di sicurezza e non di violenza e può rivelarsi utile per prevenire aggressioni o fatti come quello appena capitato".