"Gioca al pc e rifiuta le emergenze". Nei guai dipendente dell’ospedale di Chiari

Indagine dopo un video girato dai pazienti al pronto soccorso

Un frame del video che incastrerebbe il dipendente

Un frame del video che incastrerebbe il dipendente

Chiari (Brescia), 27 ottobre 2018 - Anziché lavorare giocava ai videogame con un computer aziendale. Non solo: quando il telefono squillava faceva finta di niente. E qualche volta addirittura riappendeva. Ma non lo faceva in un ufficio qualsiasi, ma al pronto soccorso. Tutto accade e viene documentato nella notte tra giovedì e venerdì all’Ospedale Mellino Mellini di Chiari, nell’Ovest Bresciano.

Qualcuno, presumibilmente un collega stanco del suo comportamento oppure un utente presente ai fatti, lo ha filmato e poi ha inoltrato il video alla stampa. Il filmato, postato anche su internet, è immediatamente diventato virale e il caso è approdato anche sul tavolo della direzione sanitaria. Il responsabile dei fatti sarebbe un operatore socio sanitario. Lo si desume dall’uniforme di tela bianca, diversa da quella di medici e infermieri. L’uomo sarebbe già stato identificato e sembra non sia nuovo a episodi simili. Questa volta, però, quella partita di troppo sullo schermo del pc dell’ospedale gli costerà cara. «Ringrazio chi ha mandato la segnalazione – dice il direttore generale dell’Asst di Franciacorta Mauro Borrelli –. Ho appreso quanto accaduto solo ieri mattina alle 11. Sono basito da queste immagini. È inaudito. Si tratta di un comportamento che a mio parere non è accettabile, specie nel contesto sanitario. Noi siamo al servizio delle persone. Non mi sembra lo si faccia giocando ai videogames. Ho già attivato il consiglio di disciplina che esaminerà la vicenda e che poi proporrà alla direzione i dovuti provvedimenti».

Borrelli ieri non aveva parole per esprimere la propria delusione. «Quello di Chiari è un pronto soccorso con 48mila accessi all’anno, estremamente importante – continua il dirigente –, fatto da persone perbene ce he lavorano sodo. Anche loro sono arrabbiati, perché il comportamento di una persona ha offeso il buon operato di tutti. Abbiamo fatto tanti investimenti per questa struttura e poi capita di trovarsi di fronte a un comportamento del genere». Non è ancora chiaro se il telefono sulla scrivania alla quale (non) lavorava il paramedico fosse collegato a una linea interna o al contrario ricevesse chiamate di emergenza alle quali l’operatore non prestava alcuna attenzione. «Appureremo anche questo – ha specificato Borrelli –, poteva trattarsi di una chiamata utile a salvare una vita. Ad ogni modo, fosse anche solo una richiesta di un collega si sarebbe dovuto rispondere. Il nostro responsabile ai servizi informatici appurerà anche per quanto il computer è stato usato, se fosse connesso a internet e di che gioco si tratta», aggiunge il dirigente