Brescia, raffica di condanne per evasione e corruzione

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L’associazione finalizzata ai reati fiscali, alle indebite compensazioni, alla corruzione di pubblici ufficiali e al riciclaggio c’è. La mafia no. Per l’ennesima volta la Procura di Brescia non è riuscita a farsi riconoscere dal Tribunale la sussistenza del 416 bis, il sodalizio di stampo mafioso. E’ andata così anche con il processo ai presunti stiddari del nord nell’inchiesta Leonessa, che coinvolgeva oltre cento persone tra cui numerosi imprenditori beneficiari secondo l’accusa dei ‘pacchetti fiscali’ forniti dal clan per evadere le tasse.

Ieri la presidente, Maria Chiara Minazzato, al termine del dibattimento ha decretato 11 condanne e 5 assoluzioni, disposto sequestri per oltre 19 milioni e confische per un altro milione e rotti. Rosario Marchese, il 35enne di Caltagirone (Ct) naturalizzato sul Garda, ha rimediato 16 anni e un mese, la pena più pesante. Al vertice di un giro vorticoso di società operative in ambiti disparati - dalla consulenza alla sponsorizzazione di eventi (tra cui il festival di Sanremo) dal noleggio di auto agli studi dentistici ai bar - Marchese aveva ammesso di aver fatto fortune con i magheggi fiscali ("il mio know how da sempre. Usavo crediti inventati", aveva dichiarato assumendosi la responsabilità di un’ottantina di imputazioni) negando però di avere mai avuto a che fare con i clan. Per il pm della DDA Paolo Savio invece il siculo-bresciano è un “padrino“ contiguo ai Rinzivillo, e con i pregiudicati Angelo Fiorisi e Roberto Raniolo - a Fiorisi sono stati inflitti 7,8 anni, a Raniolo invece 5,8 in abbreviato in precedenza - aveva costituito sull’asse Brescia-Milano-Torino una cosca ispirata alla stidda di Gela. Il business erano le indebite compensazioni con i falsi crediti. Ieri sono stati condannati anche il braccio destro di Marchese, Gianfranco Casassa (4,8 anni), Giuseppe Arabia (4), Antonella Balocco (7,4). E ancora, a 4,7 anni Simone Di Simone, 1,8 Carmelo Giannone, 4,6 Giovanni Interlicchia, 7 Corrado Savoia, 2 Alessandro Scilio ed Enrico Zumbo. Assolti invece Salvatore Antonuccio, Giuseppe Cammalleri, Danilo Cassisi, Matteo Collura, Roberto Golda Perini. Motivazioni tra 90 giorni. Bea. Ras.