REDAZIONE BRESCIA

Sensitive e false piste per la bimba scomparsa, mistero sempre più fitto

E' stata aperta un'inchiesta contro ignoti

Ricerche

Serle (Brescia), 31 luglio 2018 - Dodici giorni di sforzi del tutto inutili. Il piccolo esercito di 1.500 persone, anche trecento in un solo giorno, impegnato nella ricerca di Iushra non ha prodotto risultati e si è ritirato. E ora davanti alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi, testimoni dall’attendibilità tutta da vagliare e sensitive in lacrime parlano di avvistamenti e piste da seguire, fin qui senza esito. La bimba di 11 anni, affetta da autismo e sfuggita al controllo degli educatori dell’associazione che l’accompagnava in gita fra i boschi di Serle, non si trova. Speleologi, vigili del fuoco, personale della protezione civile e specialisti cinofili arrivati dall’Olanda non sono bastati per restituire alla famiglia la piccina, inghiottita dall’altopiano di Cariadeghe all’ora di pranzo di giovedì 19 luglio. 

Di lei, in escursione con altri 13 ragazzini disabili seguiti dalla Fobap (Fondazione bresciana assistenza psicodisabili), si sono completamente perse le tracce su una superficie di oltre 750 ettari. Proprio la conformazione del territorio ha reso complicate le ricerche. L’altopiano è una zona carsica con avvallamenti e soprattutto tante buche, alcune delle quali nascoste nel terreno. E dentro una di queste potrebbe essere finita la piccola quando si è staccata dal gruppo di compagni mettendosi a correre a perdifiato senza che gli accompagnatori riuscissero a fermarla. Eppure in queste lunghissime giornate di ricerca sono state esplorate e bonificate oltre 130 grotte presenti in zona, sia quelle censite che quelle sconosciute fino a pochi giorni fa. Il tracciato di cunicoli e caverne sotterranee potrebbe avere tradito la piccola, che una volta finita in una delle aperture potrebbe essere scivolata per diversi metri prima di fermarsi e quindi avere ripreso a scivolare magari seguendo un’altra direzione. All’esterno Md Gazi Liton, il padre della piccola, per giorni ha atteso una buona notizia da portare alla moglie e ai fratellini di Iushra. Inutilmente.

"Cercatela da qualche altra parte", ha suggerito ai soccorritori che continuano a escludere che qualcuno possa averla presa dopo averla incontrata nel bosco, nonostante i timori espressi dalla madre. Non sono state prese troppo in considerazione le parole di chi ha detto di avere notato la bimba in una zona diversa da quella in cui si sono concentrate le ricerche. "L’ho vista seduta su un tronco a forma di panchina che girava i pollici – ha raccontato un 30enne della zona, qualche precedente penale alle spalle, agli inquirenti che per due volte lo hanno ascoltato –. L’ho vista poi ha sentito un rumore e si è messa a correre. Per me va cercata altrove, verso Botticino o la Maddalena, perché è lì che porta il sentiero su cui l’ho incrociata". Le ricerche proseguono anche se la macchina dei soccorsi si è ridotta a una trentina di volontari. Sul fronte delle indagini resta aperto in Procura un fascicolo contro ignoti. "Non si può contestare il reato di abbandono di minori perché si tratta di un fatto doloso e non è questo il caso – ha spiegato il sostituto procuratore Donato Greco, il pm titolare dell’inchiesta –. Prima di formulare un’ipotesi di reato di natura colposa servirà trovare la bambina in vita o meno". E l’angoscia di mamma e papà continua, appesa a ogni ipotesi.