Brescia, la baby squillo: "Fanno tutte così"

La 15enne ha ammesso gli incontri raccontando che anche altre ragazze "si comportano come me" di PAOLO CITTADINI

Una foto generica di baby squillo

Una foto generica di baby squillo

Brescia, 24 gennaio 2016 - Quindici anni e già disposta a tutto. Il suo corpo come merce di scambio per vestiti nuovi, per il biglietto di una discoteca alla moda, per i soldi nel cellulare. Sesso a pagamento nei parcheggi e nei dintorni dei centri commerciali di Brescia con uomini molto più grandi di lei. Tutto normale per questa ragazzina perduta, ma forse riportata bruscamente alla realtà dalla denuncia alla polizia provinciale di Brescia di una donna, attiva nel sociale, cui la mamma dell’adolescente aveva confidato i suoi timori. Troppo strani i suoi comportamenti. L’uscita di casa la mattina come per andare a scuola, i rientri a notte fonda. Trucco e abiti da donna per sembrare più matura. Tanti soldi in tasca.

E poi le voci – senza conferme nell’indagine già chiusa dalla procura – che nei bagni di quella scuola professionale del capoluogo succedesse di tutto. La triste realtà è emersa dopo un paio di mesi di indagini da parte degli agenti. Ben preciso il tariffario: dai 10 ai 50 euro a seconda della prestazione sessuale da fornire a uomini che avrebbero potuto esserle genitori. "Quattro o cinque persone – spiegano gli inquirenti, che negano che la ragazzina fosse costretta a prostituirsi –. Faceva tutto da sola: contattava i clienti tramite Internet o sms col cellulare, oppure li adescava al momento e consumava i rapporti nei parcheggi o nelle vicinanze dei centri commerciali del capoluogo. Il tutto per sentirsi ricca". La 15enne, i cui genitori sono separati, ha ammesso gli incontri raccontando che anche altre ragazze "si comportano come me". Una dichiarazione che ha portato gli investigatori ad allargare il cerchio: così sono state ascoltate altre quattro ragazze, compagne di scuola e amiche della ragazzina, ma queste hanno negato qualsiasi coinvolgimento. "Non ci sono prove che altre giovani si prostituissero», sottolineano dalla procura e la conferma arriva anche dalla Provinciale. "Le amiche sono state sentite come persone informate dei fatti – precisano –. I tabulati delle loro utenze telefoniche non hanno fatto emergere numeri di telefono riconducibili ad adulti esterni alle famiglie». Solo uno, quindi, il cliente indagato: il 40enne denunciato a piede libero alla fine della prossima settimana racconterà la propria versione. Lo farà davanti al pm titolare dell’inchiesta, Ambrogio Cassiani.

In un primo momento ha deciso di fare scena muta con inquirenti e investigatori: su di lui pesa l’accusa di aver compiuto atti sessuali a pagamento con la minore. Nella casa dell’indagato gli agenti , oltre a parecchio materiale pornografico, hanno trovato centinaia di pastiglie di Viagra e altri stimolanti sessuali. "Mai visto così tanto materiale – racconta il commissario Fabio Peluso della Provinciale –. La nostra ipotesi è che l’uomo rivendesse tutti questi medicinali in maniera illegale. Chi siano i suoi clienti, però, non lo sappiamo". Per il quarantenne, alle spalle nessun precedente penale specifico salvo alcune violazioni al Codice della strada, potrebbero quindi esserci ulteriori problemi. Una brutta storia a solo una settimana dalla vicenda che ha portato la polizia locale di Montichiari, Comune della Bassa Bresciana, ad arrestare un 56enne sieropositivo che, pur essendo consapevole di essere infetto, pagava ragazzi per consumare con loro rapporti sessuali non protetti.