FEDERICA PACELLA
Cronaca

Trent’anni dopo c’è ancora atrazina. Messa al bando, resta nei corsi d’acqua

Il diserbante è tra i più diffusi in Lombardia. E nell’82% dei prelievi si trovano resti di prodotti fitosanitari

Analisi di laboratorio

Brescia - Era il 1992 quando l’Italia proibiva l’uso dell’atrazina, erbicida classificato come interferente endocrino e molto tossico per l’ambiente. Eppure dopo 30 anni, questa sostanza è ancora tra le più presenti nelle acque sotterranee lombarde.

Il caso è emblematico di quanto i tempi del risanamento ambientale siano ben più lunghi delle azioni, pur necessarie, che si possono intraprendere per fermare l’inquinamento. L’atrazina non è l’unico esempio di pesticida presente nelle acque, come rilevato da Ispra. I dati nazionali del 2019 evidenziano superamenti dei limiti di legge nel 25% dei siti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 5% di quelli delle acque sotterranee. In Lombardia le percentuali sono più elevate di qaunto emerge nel resto del Paese. Secondo l’ultimo rapporto, relativo al 2018, sono presenti residui di prodotti fitosanitari nell’81,94% dei punti di controllo delle acque superficiali e nel 69,5% dei campioni. Nelle acque sotterranee residui sono presenti nel 42% dei punti di monitoraggio e nel 35,7% dei campioni. "

Dei punti monitorati – spiega Pietro Paris, responsabile Sezione Sostanze Pericolose di Ispra – il 51% di quelli delle acque superficiali e il 7,9% di quelle sotterranee supera i limiti di legge. Nei nostri rapporti, noi indichiamo comunque anche i punti con concentrazioni a norma, perché i pesticidi non dovrebbero esser mai presenti nell’ambiente. Inoltre, in genere si trovano combinazioni di sostanze, di cui si conosce poco l’effetto complessivo, che può essere anche di tipo sinergico, con tossicità molto più elevata di quella delle singole sostanze".

Rispetto al quadro nazionale, la Lombardia è una delle regioni con maggiori superamenti dei limiti di legge, effetto del più efficiente monitoraggio fatto dalla Regione rispetto ad altre zone del Paese. "La Lombardia – spiega Paris – cerca più di 100 sostanze ed ha fatto da apripista nella ricerca di glifosate e del suo metabolita Ampa. In altre regioni, soprattutto del Centro Sud, il monitoraggio non è così efficace".