
di Federica Pacella
Sono state 384 le donne prese in carico nei centri antiviolenza della rete bresciana da gennaio a maggio nel 2020. Di queste, 202 avevano anche figli minori. Numeri elevati, nonostante il lockdown, o forse proprio a causa della chiusura che ha esacerbato convivenze già difficili. Anche alla luce di questi numeri, Regione Lombardia ha stanziato 450mila euro per finanziare un progetto sperimentale a favore di ragazze minorenni vittime di violenza e minori vittime di violenza assistita. Il progetto sarà messo in campo dall’Ats di Brescia, che dovrà strutturare un piano di interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. "Regione Lombardia – ha spiegato l’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità, Silvia Piani – ha avviato nel mese di marzo 2020, a fini propedeutici alla sperimentazione, un’indagine conoscitiva che ha coinvolto 11 centri anti-violenza, finalizzata a indagare i bisogni, le opinioni e la disponibilità dei centri antiviolenza rispetto all’attivazione e all’erogazione di servizi e interventi specifici rivolti al target delle ragazze minorenni vittime di violenza e minori vittime di violenza assistita. Questa sperimentazione permetterà di mettere a sistema un ventaglio di interventi e di buone prassi e di mutuare procedure di presa in carico che potranno essere prese ad esempio in altri contesti territoriali". Il progetto si concentrerà, dunque, su una fascia ben definita, quella dei minori vittime di violenza diretta o indiretta (i figli di donne maltrattate), che necessitano di percorsi specifici in ragione proprio della giovane età; l’iniziativa consentirà anche di fotografare la situazione, facendo emergere i numeri del fenomeno. Il modello che Ats Brescia dovrà restituire entro il 31 gennaio 2021 verterà su tre macro-azioni previste dalla Regione per la sperimentazione. Un’area sarà la formazione per gli operatori, per fornire la specializzazione necessaria a interfacciarsi con i minori. Ats dovrà inoltre definire le linee guida condivise per la presa in carico finalizzate a generare un modello integrato, che non si fermi ai confini di Brescia ma sia esportabile in tutta la Regione. Inoltre dovrà essere sviluppato un progetto di comunicazione sui servizi attivati. L’Ats di Brescia elaborerà il modello di intervento che, attraverso il coordinamento con la rete territoriale (centri anti violenza, servizi di tutela dei minori, Asst, enti del terzo settore, associazioni, forze dell’ordine, scuole), promuoverà la presa in carico dei soggetti a tutto campo con interventi educativi, laboratoriali, percorsi di formazione specifici, interventi di supporto psicologico.