Adozioni internazionali, incognita Covid e speranza dopo le aperture

Una mamma: "Tutti abbiamo fatto investimenti, soprattutto di cuore. Il silenzio di Pechino è molto preoccupante"

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Per ora non sono arrivate notizie né informazioni ufficiali, ma il possibile allentamento delle misure di restrizioni in Cina fa quanto meno sperare le coppie di genitori adottivi e i loro figli che attendono ormai da tre anni di iniziare una nuova vita.

La vicenda riguarda anche una decina di famiglie adottive in Lombardia, tra Como e Milano, che, come spiegano da Ai.Bi. (ente che in Lombardia segue una coppia comasca, più nove abbinate a livello nazionale), sono "famiglie che sulla carta e nei cuori dei protagonisti già esistono. Non solo: quasi sempre in questi lunghi anni di pandemia, anche le notizie sullo stato di salute dei bambini (tutti special needs) sono arrivate con il contagocce, lasciando i genitori in uno stato di sostanziale impotenza".

Lo sa bene Luisa Bertolotti, mamma milanese in attesa, con il marito, di abbracciare sua figlia da tre anni, che un mese fa aveva raccontato al "Il Giorno": "Tutti abbiamo fatto investimenti, soprattutto di cuore. Il silenzio dalla Cina è molto preoccupante". Dall’8 gennaio, secondo quanto annunciato dalla Commissione per la salute nazionale cinese, non sarà più necessario sottoporsi al periodo obbligatorio di quarantena per chiunque arrivi dall’estero.

Uno spiraglio anche per le adozioni internazionali? L’11 gennaio le famiglie adottive coinvolte nel caso Cina (30 in Italia hanno già l’abbinamento) faranno comunque una manifestazione in piazza Montecitorio, per chiedere lo sblocco delle procedure sospese dal 2019, il riscontro sugli esiti delle interlocuzioni del Governo con le istituzioni cinesi e aggiornamenti sullo stato di salute dei bambini.

Federica Pacella