Adamello: un lago sopra il ghiacciaio. Il clima sconvolto regala il suo frutto avvelenato

Temperatura record a 3mila metri: e il sottile manto nevoso si è fuso diventando acqua

Rilievi sull'Adamello (Archivio)

Rilievi sull'Adamello (Archivio)

Brescia - Eccezionale fusione in quota: tra la zona del Pian di Neve e l’effluenza del Mandrone, in Adamello, è spuntato un nuovo lago. Un bacino sopraglaciale, nato sopra la massa bianca sempre meno eterna e sempre più a rischio scomparsa. Lo hanno rilevato domenica scorsa, a oltre 3mila metri, Amerigo Lendvai e Andrea Scaltriti, operatori del Servizio glaciologico lombardo, organizzazione di volontariato scientifica no-profit che si occupa di ricerca e monitoraggio dei fenomeni sull’arco alpino. "Nelle ultime due settimane, le temperature eccezionali hanno provocato una rapida fusione dello scarsissimo manto nevoso fino a quote ben superiori ai 3.000 metri – spiega Riccardo Scotti, di Sgl –. L’intensità della fusione nivale è stata talmente elevata da provocare la formazione di alcuni laghi su diversi ghiacciai nella nostra regione". Questi piccoli specchi d’acqua del tutto effimeri si formano in piccoli avvallamenti, perché, in primavera, l’acqua non defluisce facilmente.

"La capacità di ‘drenaggio’ da parte del ghiacciaio è molto dipendente dalla stagione. I condotti in pressione all’interno e sul fondo del ghiacciaio si formano e si espandono progressivamente durante l’estate raggiungendo la massima capacità in agosto-settembre. Quando, all’inizio dell’inverno, l’acqua di fusione viene a mancare a causa dell’abbassamento delle temperature, i condotti ormai svuotati collassano sotto la pressione del ghiaccio stesso. Proprio per questo motivo a inizio estate, se la fusione è molto rapida, il ghiacciaio non riesce a drenare rapidamente l’acqua permettendo così la formazione di questi piccoli laghi superficiali".

Il lago documentato a 3.140 metri sul ghiacciaio dell’Adamello testimonia, dunque, un’eccezionale fusione in quota: non certo un bel segnale. "Probabilmente a causa della rapidità della fusione data dalle eccezionali temperature in quota, lo specchio d’acqua è un po’ più grande del solito con una lunghezza superiore ai 100 metri ed è visibile anche dalle immagini satellitari Sentinel-2". Notizie negative arrivano anche dalla misurazione al punto nivologico. Nei pressi del Passo Adamè sono stati calcolati, infatti, 145 centimetri di accumulo invernale per un equivalente in acqua di 565 millimetri. "Seppur senza una serie storica di riferimento, tali valori sono con tutta evidenza estremamente bassi e lasciano precludere una rapida scomparsa del manto nevoso con una conseguente drammatica fusione del ghiaccio durante l’estate", sottolinea Scotti. A breve, il Servizio glaciologico lombardo avrà altri dati per testimoniare una situazione che appare molto pesante per i ghiacciai. Lo scioglimento infatti è appena all’inizio e durerà ancora almeno tre mesi.