A letto con l’influenza Mancano le medicine

Richieste elevate e forniture discontinue: tra i 3.200 farmaci carenti anche i più utilizzati in questo periodo per curare i malanni di stagione

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di Federica Pacella

Richiesta elevata, problemi produttivi legati alla congiuntura internazionale, forniture discontinue dovute a carenze del canale retail. Sono quasi 3.200 i farmaci carenti elencati dall’Aifa nell’ultimo aggiornamento del 15 dicembre, tra cui diversi medicinali di largo uso proprio in questa stagione, come ibuprofene e paracetamolo (usati anche per i bambini) o amoxicillina (antibiotico). Una tempesta perfetta per le farmacie, che in questo periodo sono alle prese con la domanda pressante di medicinali, vista l’ampia diffusione di influenza e sindromi simil-influenzali tra adulti e minori.

"La richiesta è molto alta – conferma la presidente di Federfarma Brescia, Clara Mottinelli (nella foto) – vista la diffusione dei virus, in questo periodo". L’invito è ad evitare allarmismi e acquistare i farmaci quando sono strettamente necessari e non per “fare scorta“ a domicilio.

Ad affaticare ulteriormente le farmacie è ora anche la ricerca di personale. Anche la professione del farmacista, infatti, come tutto il comparto sanitario, sembrerebbe aver perso appeal dopo il Covid. "Quest’anno, per la prima volta, sono diminuite anche le iscrizioni nei corsi di laurea per farmacia – sottolinea Mottinelli –. All’Università di Brescia si è riusciti a coprire tutti i posti, che sono 80. In realtà dove i numeri sono più alti, invece, come Milano, al primo anno sono stati coperti 240 su 300 posti. Con l’epidemia, i giovani probabilmente hanno percepito questa professione come stressante, come accaduto per le altre professioni sanitarie".

Il problema non riguarda solo le future nuove leve, ma già oggi ci sono difficoltà a coprire i turni. "Molti giovani farmacisti scelgono la libera professione – aggiunge Mottinelli – che consente di essere più liberi, evitando i turni del fine settimana. Non è, infatti, tanto una questione di stipendio, quanto la volontà di avere più tempo libero".

Esigenze che non collimano con i turni nei festivi o con la scelta, sempre più diffusa, di avere farmacie aperte h24. D’altra parte, però, proprio con il Covid le farmacie sono diventate punto di riferimento per la rete della salute (basti pensare al ruolo avuto per fare tamponi e vaccini) e hanno intrapreso una strada da cui non hanno intenzione di tornare indietro.

"Stiamo evolvendo sempre più da farmacie di servizi a farmacie di relazione, basata su dispensazione attiva dei farmaci, digitalizzazione per favorire l’aderenza terapeutica e monitoraggio dei pazienti cronici – sottolinea Mottinelli, tracciando un bilancio di fine anno con il segretario di Federfarma Brescia Marco Belloni –. La farmacia di relazione vede i farmacisti diventare consulenti dell’utente, con cui costruiscono una relazione continua basata sulla conoscenza dei bisogni".