FEDERICO MAGNI
Sport

L’impresa di Lola Delnevo, alpinista paralizzata: in canoa nelle terre selvagge dello Yukon. “Per me l’avventura è come l’aria”

Nuova sfida per l’atleta bergamasca Delnevo che ha perso l’uso delle gambe dopo una caduta in quota nel 2015. Con lei la dottoressa-scalatrice Annalisa Fioretti

Eleonora “Lola" Delnevo in canoa

Eleonora “Lola" Delnevo in canoa

Bergamo – Lola guarda lontano. Organizzare ogni volta una nuova spedizione è molto complesso, ma fa parte dell’avventura e quando si è spinti da una voglia irrefrenabile di vivere la natura selvaggia senza paura e con una serenità contagiosa, allora tutte le barriere saltano. Eleonora Delnevo, bergamasca, ha sempre avuto un legame speciale con la montagna, l’alpinismo e la natura. Ha scalato sulle Alpi tante vie di roccia e ghiaccio, poi nel 2015 per lei è iniziata un’altra avventura: è rimasta coinvolta in un incidente mentre scalava una cascata di ghiaccio e da allora non può più fare affidamento sulle sue gambe: "Non ho mai pensato che fosse finita. Ma ho capito che avrei potuto vivere ugualmente una nuova vita fatta di tante emozioni. Bisognava solo organizzarsi bene e da quel momento non mi sono più fermata". A un anno e mezzo dall’incidente Lola era appesa a centinaia di metri da terra in un oceano di granito verticale.

Nei suoi occhi ci sono le grandi pareti dello Yosemite (ha scalato El Capitan a forza di braccia sulle corde), le immense distese della Patagonia (che ha percorso su una handbike) e le grandi montagne del mondo. Si dedica anche allo sci e indossa il maglione rosso dei Ragni di Lecco: una certificazione per chi ha sete di avventure. Questa volta la scalatrice bergamasca salirà su una canoa per navigare su un lungo tratto del fiume Yukon, ripercorrendo la via dei cercatori d’oro fra Canada e Alaska, ed è impegnata con gli ultimi preparativi. Con lei ci sarà Annalisa Fioretti, dottoressa milanese e mamma climber sui giganti dell’Himalaya, insieme a un gruppo di guide italiane. "La mia è una necessità, quella di respirare – spiega Lola –. Dopo un po’ ho bisogno di partire e fare qualcosa di grosso e ho capito che quello che all’apparenza sembra difficile alla fine è realizzabile. Ovviamente sono un po’ più lenta a livello logistico. È tutto più complesso. Ci vuole un bello studio per preparare viaggi come questo dove tutto deve essere preparato nel minimo dettaglio e questo mi occupa la testa. Con il lavoro non è semplice come prima andare via tutti i fine settimana. Prima eravamo tutti un po’ più liberi e spensierati. Per questo mi concentro su spedizioni come questa. Ho bisogno di scappare e vedere il mondo, le montagne e la natura".

Lo Yukon è lungo più di tremila chilometri, nasce dai monti al confine con la Columbia Britannica, tocca il Klondike, attraversa l’Alaska e sfocia nel mare di Bering. Il loro obiettivo è quello di raggiungere Dawson city in Canada e poi da lì salire su una canoa tradizionale e ridiscendere il fiume attraverso luoghi completamente disabitati. "Ero già stata per laghi in kayak in Canada qualche anno fa. Ma questa volta dovremmo portare tutto il materiale con noi perché attraverseremo un’area completamente selvaggia e non ci sarà nulla. Dovrò adattare la seduta della canoa per riuscire a remare. Sarà il periodo della risalita dei salmoni, penso che incontreremo un sacco di animali.

"Percorreremo circa cinquecento chilometri in questo fiume che disegna parecchie anse, dove anche la corrente potrebbe riservare qualche sorpresa – spiega Annalisa Fioretti –. Ci fermeremo dove capiterà, dove il fiume forma delle spiagge, tentando di percorrere anche 70 chilometri al giorno. Credo che sarà impegnativo anche dal punto di vista degli incontri con la fauna. Potremmo trovarci in acqua con le alci e pure gli orsi che sanno nuotare. Avevamo preso in considerazione diversi progetti io e Lola, ma questa idea, che segue un po’ un viaggio che aveva fatto anche Walter Bonatti durante le sue esplorazioni, è quella che ci entusiasmava di più. Partiremo il 16 maggio".