Una boccata d’ossigeno per l'aeroporto di Orio al Serio

Allo scalo bergamasco "Il Caravaggio" è in arrivo la prima tranche dei tanto attesi ristori per la chiusura durante l’emergenza Covid

Dopo il prolungato stop per la pandemia anche a Bergamo sono ripresi i voli

Dopo il prolungato stop per la pandemia anche a Bergamo sono ripresi i voli

Orio al Serio (Bergamo) - Una boccata d’ossigeno per un settore tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria. Anche all’aeroporto “Il Caravaggio“ di Orio al Serio, come accade negli altri scali italiani, stanno per arrivare i tanto attesi ristori per i mesi di chiusura causati dal Covid: per il momento siamo a metà delle somme attese, ma si tratta, comunque, di un inizio consistente. Nel caso di Orio all’appello mancherebbero 20 milioni di euro, cifra però comprensiva anche di un contributo regionale. L’importo di questa prima tranche di ristori si aggira intorno agli 8 milioni di euro. 

Spiega Giovanni Sanga, presidente di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto orobico: "E’ un primo passo di un cammino che ci auguriamo il più rapido possibile. Non è stato facile in questi due anni non poter contare su questi aiuti e lavorare su una programmazione in un quadro di forte incertezza, economica e sanitaria. L’auspicio è che la procedura si completi nel più breve tempo possibile, così da ridare la giusta solidità a un settore strategico per la ripartenza e crescita del Paese". L’erogazione delle somme verrà effettuata nei prossimi giorni dall’Enac, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che avvierà "la distribuzione di un anticipo pari al 50% delle richieste di ristoro del danno determinato dall’emergenza sanitaria da Covid avanzate dalle società di gestione aeroportuale", si legge in un comunicato. 

Va in questo modo a comporsi il mosaico dei ristori, procedura che finora aveva lasciato fuori gli aeroporti, strutture che erano rimaste chiuse da marzo a fine maggio 2020, comunque per un tempo molto più lungo di altre realtà che, nel frattempo, erano state comunque supportate dal Governo. In quei mesi l’aeroporto di Orio al Serio era rimasto attivo, ma solo per la gestione degli aiuti, nazionali e non, nell’emergenza Covid. Nella Bergamasca il problema era stato sollevato da Sanga lo scorso dicembre, a margine della cerimonia degli auguri natalizi. "All’appelo mancano 800 milioni di ristori al settore, già stanziati dal Governo in due tranche: 500 nella legge bilancio e 300 nel decreto sostegni bis", ma oggetto di un braccio di ferro con l’Ue sul tema degli aiuti di Stato, aveva sottolineato il presidente di Sacbo. Gli investimenti previsti a Orio, comunque, sono andati avanti lo stesso, in quanto autofinanziati. "Quello dei ristori - sottolinea il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma - rappresenta un aiuto concreto per il settore tra i più colpiti dalla pandemia che ha avuto ripercussioni senza precedenti sul trasporto aereo e sull’operatività degli scali nazionali".