
Massimo Giuseppe Bossetti
Bergamo, 19 luglio 2014 - Certo, è un dettaglio che non ha nessun particolare significato ai fini dell’inchiesta. Come ha sottolineato il pubblico ministero Letizia Ruggeri, commentando le indiscrezioni sulle analisi che gli specialisti stanno effettuando sul computer sequestrato a Massimo Giuseppe Bossetti, in isolamento da un mese nel carcere di Bergamo con l’accusa di essere il killer di Yara Gambirasio. I tecnici hanno infatti trovato tracce relative a immagini pornografiche. Si tratterebbe di materiale hard custodito nella memoria del pc fisso dell’artigiano edile di Mapello.
Per gli inquirenti, tuttavia, il possesso di materiale di questo tipo viene ritenuto comune a molti utenti della rete. E comunque non appare collegabile alle indagini sull’omicidio della 13enne di Brembate Sopra, scomparsa il 26 novembre del 2010, il cui cadavere venne rinvenuto da un appassionato di aereomodellismo tre mesi più tardi, il 26 febbraio 2011, in un campo incolto di Chignolo d’Isola. Non solo. Per ora nel computer di Bossetti non risulta alcuna traccia di materiale pedopornografico che potrebbe avere attinenza con l’indagine, visto che Yara aveva solo 13 anni e che il movente allo stato più plausibile per spiegare la morte della giovane ginnasta è quella di natura sessuale. Inoltre il pc fisso acquistato da Bossetti non è un prodotto di fabbrica, ma è stato assemblato con componenti hardware appertenute ad altri computer.
Quindi non è escluso che il materiale sia rimasto in memoria dopo la navigazione su Internet di altre persone. E’ pertanto assai difficile ricondurre a Bossetti la paternità di quelle immagini osé. Il consulente informatico del pm Letizia Ruggeri sta lavorando ininterrottamente sul pc alla caccia di tracce, anche di quelle cancellate negli ultimi tre anni e mezzo. A giorni anche i difensori di Bossetti, gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, nomineranno dei periti, degli ingegneri, perché analizzino il materiale informatico e quello dei tabulati telefonici.