
Gli indagati sono stati ripresi nei loro “affari“ dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Bergamo coordinati dal pm Marchisio titolare del fascicolo
Le società di noleggio auto, situate tra Bergamo e Treviolo, fornivano una solida copertura: quei veicoli, secondo le indagini, venivano utilizzati per commettere i reati più disparati, dal traffico di sostanze stupefacenti a un giro di prostituzione, ai furti in abitazione. I militari della guardia di finanza di Bergamo (pm titolare del fascicolo Marchisio) contestano però anche reati come estorsione, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta e detenzione illegale di armi da fuoco. In carcere sono finiti V.P., 60 anni, di San Vito dei Normanni, residente nella Bergamasca, e Y.P. 37 anni, cittadino albanese. Soci in affari, il primo metteva a disposizione le sue società come base logistica fornendo le auto; il secondo si dedicava al “lavoro sporco“. Per un altro albanese, A.D., divieto di dimora in Italia e un quarto indagato non potrà esercitare attività d’impresa per 12 mesi.
I finanzieri stanno eseguendo un sequestro preventivo ai fini della confisca per circa 1,2 milioni, quale presunto provento illecito di estorsione e bancarotta fraudolenta. All’inizio i militari si erano focalizzati sulla gestione di alcune società di Bergamo e Treviolo intestate a V.P. (per gli investigatori "dominus indiscusso delle singole realtà aziendali") che prestavano servizi nel settore automobilistico. È emerso come il noleggio di auto senza conducente fosse sistematicamente utilizzato per la commissione di svariati reati da parte di pregiudicati, prevalentemente di origine albanese. Sempre stando alle indagini, la società non sottoscriveva alcun contratto ed evitava di lasciare tracce su chi fossero i reali utilizzatori delle auto, garantendo il completo anonimato. L’imprenditore bergamasco si occupava di fornire un servizio logistico su misura: a seconda delle esigenze, i veicoli venivano modificati con finestrini oscurati e vani nascosti. In questo modo, secondo gli inquirenti, potevano essere usati per occultare droga o denaro contante, commettere estorsioni, furti e rapine, nonché per portare prostitute e clienti. La funzione di “schermo“ nei confronti degli utilizzatori delle auto avrebbe permesso alla società di accumulare multe per 120mila euro. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati 500mila euro di contanti, 25 chili di cocaina e hascisc (avrebbero fruttato 450mila euro), nonché una Mercedes Limousine, con allestimento vip, del valore di 200mila euro.