Ha ucciso la madre, viene assolto: riconosciuto il vizio totale di mente

Dieci anni in una struttura sanitaria per Francesco Villa, 39 anni . Lo scorso anno ha accoltellato la donna

I carabinieri fuori dall’abitazione di Bonate Sopra

I carabinieri fuori dall’abitazione di Bonate Sopra

Bergamo, 28 maggio 2021 - «Una mente turbata, malata, che al momento del fatto era totalmente incapace di intendere e volere, e per questo chiedo l’assoluzione e la sua permanenza in una Rems (struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reati socialmente pericolosi) per essere controllato e aiutato". A invocare l’assoluzione è stato il pm Emanuele Marchisio al termine della sua requisitoria davanti alla Corte d’assise dove si è celebrato il processo per omicidio. Imputato Francesco Villa, 39 anni, magazziniere di Bonate Sopra, che il 19 maggio del 2020 ha ucciso a coltellate la madre, Gian Paola Previtali, di 66 anni. Un delitto che si è consumato tra mura di casa, nella villetta di famiglia di via Lesina, dopo che mamma e figlio avevano cenato assieme. Una tragedia senza un motivo, se non quello legato alla insofferenza dell’imputato, in cura da tempo da uno psicologo.

La Corte ha accolto la richiesta dell’accusa, a cui si è associata la difesa, rappresentata dall’avvocato Miriam Asperti. Villa è stato assolto perché non imputabile (art. 88 cp, vizio totale di mente) e inoltre è stata chiesta la permanenza per dieci anni nella struttura di Castiglione delle Stiviere, dove l’ex magazziniere già si trova, su disposizione del gip.

Una mente malata, si diceva. Francesco Villa era legatissimo a sua madre, le voleva bene, fino ad ucciderla. Un raptus scatenato da un malessere profondo, che andava avanti da anni ma che una situazione recente aveva riportato a galla. Quella sera, dopo aver commesso l’omicidio, al fratello che era andato in soccorso dopo le urla della madre, aveva gridato: "Io credo in Dio. Non è morta, non è morta".

Un omicidio "salvifico", una delle interpretazioni data da chi ha visto l’imputato. Non voleva più veder soffrire la madre e così aveva deciso di ucciderla. E poi suicidarsi. Così più nessuno avrebbe provato dolore. Lei era in una pozza di sangue e Francesco che tentava di togliersi la vita con lo stesso coltello utilizzato poco prima. Durante la permanenza in ospedale, ha pianto parlando della mamma, che tanto si preoccupava per quel figlio finito nel tunnel della depressione da quando si era separato dalla moglie, un matrimonio celebrato in Toscana. Da quel momento è entrato in crisi. Uno psichiatra lo seguiva da allora ma con il tempo la crisi si è acuita. Aveva provato a riallacciare una relazione, ma senza nessuna possibilità di sbocco futuro.