Trapianti senza farmaci antirigetto, la ricerca al Mario Negri di Bergamo

La nuova tecnica consentita da un'infusione di cellule staminali mesenchimali prelevate dallo stesso paziente

Medici

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Bergamo, 15 luglio 2016 - Trapianti senza farmaci antirigetto, potrebbe essere italiano il primo paziente al mondo grazie a una infusione di cellule staminali. Il protocollo messo a punto, ha spiegato Giuseppe Remuzzi, coordinatore della ricerche del Mario Negri di Bergamo, a margine della presentazione di un trapianto 'a catena', ha già fatto ridurre drasticamente la terapia, e fra qualche mese potrebbe essere interrotta. «Stiamo riducendo progressivamente i farmaci antirigetto - spiega Remuzzi -, stiamo arrivando a uno solo mentre di solito se ne usano tre, e con una dose molto piccola, e nei prossimi mesi saremo in grado di sospenderlo». Al paziente sono state infuse dopo il trapianto le proprie staminali mesenchimali. «Le cellule staminali funzionano come un farmaco che inibisce il sistema immunitario molto meglio dei farmaci tradizionali, che oltretutto sono molto tossici - afferma l'esperto -. Non è una cosa semplice, noi abbiamo fatto un protocollo con l'idea di fare pochissimi pazienti per volta, abbiamo per ora tre gruppi di due pazienti che stiamo seguendo. È molto bello perché i primi due pazienti ci hanno consentito, lavorando con loro e con gli animali da laboratorio, di trovare il momento giusto per dare queste cellule. Siamo i primi al mondo ad usare questo approccio, negli Usa ottengono l'effetto con una procedura molto più pericolosa, sostituendo il midollo del ricevente con quello del donatore. Ora peraltro abbiamo ottenuto l'autorizzazione anche per il fegato»