Montello (Bergamo) – Si allarga il fronte del no al progetto del termovalorizzatore proposto dalla Montello Spa, che, se realizzato, diventerebbe, per potenza, l’impianto più grande d’Italia. Dopo l’alzata di scudi di 41 sindaci del territorio, in rappresentanza di 200mila bergamaschi, che hanno sottolineato i forti impatti sanitari, ambientali, paesaggistici, economici, sociali e strategici derivanti da una simile installazione, adesso a prendere una posizione forte e chiara è tutto il consiglio provinciale, che ha espresso in modo unanime la propria contrarietà all’iniziativa.
Da quando in estate la Montello Spa aveva presentato alla Provincia di Bergamo l’istanza di Valutazione di impatto ambientale, finalizzata al rilascio del necessario Provvedimento autorizzativo unico per procedere con l’installazione del termovalorizzatore, il territorio si è subito schierato contro il progetto. L’intervento del consiglio provinciale ha una rilevanza maggiore rispetto a tutte le osservazioni manifestate fino ad ora e si aggiunge alle iniziative che, politicamente, erano già state intraprese dall’onorevole bergamasco Devis Dori (Alleanza Verdi Sinistra) che per due volte aveva portato il caso all’attenzione dei ministri della Salute e dell’Ambiente chiedendo una presa di posizione contraria alla realizzazione dell’impianto.
Il sindaco di Orio al Serio, Alessandro Colletta, uno dei Comuni interessati dalla costruzione del termovalorizzatore, è il primo firmatario di una mozione che oltre al piano locale mira a intervenire anche a un livello superiore, affinché si rivalutino "gli effetti della normativa che, con l’obiettivo condivisibile di limitare il conferimento di rifiuto trasformandolo in risorsa aziendale, di fatto apre le porte alla proliferazione di impianti di qualsivoglia dimensione, senza prevedere una valutazione d’insieme e senza rapportarli al programma regionale di gestione dei rifiuti".
"I dati tecnici e le informazioni relative alla proposta sono pubbliche e disponibili - si legge nella mozione - . La misura dell’intervento, particolarmente impattante, ha prodotto reazioni molteplici e fatto giungere al protocollo della Provincia di Bergamo più di 140 osservazioni, da parte di istituzioni, enti, aziende, associazioni e privati cittadini".