
di Paolo Galliani
I superlativi si sprecano. E le si addicono pure. Perché poche province in Italia possono rivelarsi così prolifiche in tema di alta ristorazione. E se la cucina d’autore rivela straordinarie storie di persone e famiglie che hanno fatto del cibo buono e sano la loro musa ispiratrice, nella Bergamasca basta guardarsi attorno, perché sono ovunque.
Dalla piccola Brusaporto diventata una sorta di ombelico del mondo grazie a quell’autentico miracolo italiano che è il ristorante Da Vittorio della famiglia Cerea; all’appartata Scalvino, frazione di Lenna, dove la famiglia Quarteroni gestisce un delizioso agriturismo - il Ferdy - tra alpeggi, allevamenti, caseificio, camere e locanda, che la guida “Gatti Massobrio“ giudica "il più goloso e social d’Italia".
Come dire: il 2020 è stato un anno di dolore e fatica e il 2021 si preannuncia comunque incerto. Ma se i giudizi dei critici gastronomici e delle principali pubblicazioni di settore possono essere un buon viatico per sperare nella ripresa, Bergamo e la sua provincia hanno motivi per essere definiti la "terra eletta" dei gourmet.
Lo pensa la blasonata Michelin che ha confermato per il 2021 la prestigiosa stella ai ristoranti Frosio (Almé), Il Saraceno (Cavernago), Umberto De Martino (San Paolo d’Argon), Lo.Ro. (Trescore Balneario), San Martino (Treviglio), Osteria della Brughiera (Villa d’Almé) così come al Frosio e al Casual, entrambi nel capoluogo.
Straconfermate – e ci mancherebbe altro – le 3 stelle al Da Vittorio e alla somma cucina dei fratelli Chicco e Bobo Cerea.
Ma è estremamente benevola con la Bergamasca anche la guida “Osteria d’Italia 2021“ di Slow Food, con ben 8 locande e trattorie citate e presentate: tra le altre, la Visconti di Ambivere e Ristorobio di Cusio.
Molto generoso anche il Gambero Rosso nell’edizione “Lombardia 2021“ appena arrivata nelle librerie. C’è il capoluogo che se la cava egregiamente con alcuni locali in bella vista: 2 forchette (giudizio ottimo) per il ristorante Casual, 2 cocotte (bistrot) per Al Carroponte, 2 gamberi (trattoria) per l’Osteria Al Gigianca e addirittura 3 bottiglie per Al Donizetti, premiato come migliore wine bar dell’intera Lombardia.
Non che la provincia sfiguri. Al contrario. Oltre all’inarrivabile Da Vittorio, si prendono le “3 forchette“ anche i ristoranti Rustikal di Sorisole (premio "Novità dell’anno"), Il Saraceno di Cavernago e il Cucina Cereda di Ponte San Pietro. Senza scordare la Trattoria Visconti del 1932 che la guida del Gambero Rosso gratifica con “2 gamberi“ e con il titolo di "Ambasciatore del Territorio".
L’apoteosi è tra le pagine della guida “Gatti Massobrio“: 18 ristoranti, un vero record in Lombardia (il Bresciano arriva a 11), giudicati meritevoli della “Corona Radiosa“, tre a Bergamo (Al Carroponte, Arti e Casual), gli altri in provincia.
Senza contare il già citato Ferdy, in Alta Val Brembana, azienda agricola da quaranta dipendenti, portata su un palmo di mano per la commovente passione di papà Ferdinando e di mamma Cinzia, del figlio Nicolò, della nuora Nicole, della figlia Alice e del genero e chef Marco Bonato. Riconoscimento speciale: la rarissima “Corona Radiosa Rossa“ come "Migliore ristorante dell’anno". Con tanto di morale sottintesa: le cose più preziose sono spesso dove non ti aspetti di trovarle.