"Spazi ristretti, problemi per la salute mentale"

BRESCIA Ritorno al vecchio regime delle telefonate, che ha di fatto annullato i passi ava...

"Spazi ristretti, problemi per la salute mentale"

"Spazi ristretti, problemi per la salute mentale"

Ritorno al vecchio regime delle telefonate, che ha di fatto annullato i passi avanti fatti durante Covid, ma anche la revisione del circuito di media sicurezza che presenta il rischio di un ritorno surrettizio alla "custodia chiusa". Tutto questo, in strutture vetuste che aggravano la pena dei detenuti, limitando le possibilità di un reinserimento in società, nonostante l‘impegno del personale. Questo il quadro tracciato dalla Garante delle persone private della libertà personale di Brescia, Luisa Ravagnani, nella commissione consigliare ospitata al Nerio Fischione, a cui ha partecipato anche la sindaca Laura Castelletti: nel corso dell‘incontro, i detenuti del gruppo ‘Diritti umani‘ hanno raccontato i diritti dal loro punto di vista.

"In un anno sono cambiate molte cose – ha spiegato – e sottolineo il modo dignitoso con cui i detenuti le hanno affrontate. I numeri li abbiamo visti, siamo tornati sopra le 60mila presenze in carcere a livello nazionale, con il sovraffollamento che, come sottolineato dall‘associazione Antigone in modo puntuale, crea problemi anche per la salute mentale di chi vive in spazi ristretti". Rispetto al 2022, quest‘anno il numero di suicidi è in calo (64 nel 2023 contro gli 84 del 2022 a livello nazionale). "Ma restano un‘enormità – sottolinea Ravagnani – non possiamo ritenerlo un numero normale né in calo". Ancora difficoltoso il reinserimento in società. "Il 32% dei detenuti sconta pene tra i 2 e i 5 anni, quindi ha prospettive di reintegro veloce, ma senza la collettività all‘esterno il lavoro che si svolge in carcere viene vanificato".

Lavoro e abitazione per il dopo-carcere sono in effetti alcune delle criticità più frequentemente portate all‘attenzione dei detenuti che a Brescia, però, hanno anche lavorato per restituire qualcosa alla collettività. "Abbiamo un progetto – spiega la Garante – con cui i detenuti vogliono provare ad aiutare i giovani che rischiano di perdersi, partendo dalla propria esperienza".

Resta ancora in attesa di risposta, inoltre, la proposta di legge che parte sempre dai detenuti dell‘istituto bresciano sulla liberazione anticipata. Così come sullo sfondo c’è ancora il tema dell‘edilizia penitenziaria, relativo alla costruzione di nuove strutture: per Brescia sono stati sbloccati 38 milioni di euro, il Comune ha già individuato le aree nel Piano di governo del territorio (come ricordato dai consigliere dem bresciani), ma si attende ora un incontro per definire il progetto (richiesto a Demanio e Ministero delle Infrastrutture dalla giunta). "Ma inutile parlare di nuove carceri – sottolinea il senatore Alfrezo Bazoli – se poi la riforma della giustizia va a inflazionare la presenza in carcere".

F.P.